A processo per un formaggio. Anzi per un cartello appoggiato ad una bancarella di formaggi.
E’ quanto è capitato ai titolari di una piccola azienda agricola del sandamianese che dovranno rispondere di frode in commercio davanti al giudice di Cuneo in seguito ad un controllo dei Nas ad una fiera al Santuario di Vicoforte di due anni fa.
I carabinieri hanno controllato la loro bancarella e hanno elevato una denuncia perché hanno trovato, sopra alcuni formaggi in vendita, un cartello con su scritto “Gorgonzola di capra”.
Il termine “gorgonzola” può essere riferito esclusivamente al formaggio prodotto con solo latte vaccino e seguendo un apposito disciplinare.
Per il latte caprino, infatti, si utilizza il termine “blu di capra” o “erborinato di capra” quando ci si trova di fronte ad un formaggio che richiama il gusto e l’aspetto del gorgonzola vaccino.
Ma non è stato solo il formaggio ad aver inguaiato gli agricoltori: i Nas hanno contestato la regolarità anche delle etichette di numerose bottiglie di vino in vendita sulla stessa bancarella che riportavano il nome dell’azienda pur non avendo, la stessa, terreni coltivati a vigneto.
A difendere l’azienda agricola gli avvocati Masoero e Moiso che sostengono la regolarità dell’agire dei loro clienti.
«Per quanto riguarda la “gorgonzola di capra” – spiega l’avvocato Masoero – si tratta semplicemente di un cartello esposto nella concitazione della vendita alla fiera senza che sulla bancarella ci fosse un formaggio corrispondente. Quindi, dal nostro punto di vista, non si è consumato alcun reato di frode. Sul vino dimostreremo che erano bottiglie prodotte e imbottigliate da altri per conto del nostro cliente e che l’etichetta non dichiarava nulla di diverso».