È un’analisi a tutto tondo quella che Massimo Scognamiglio, tecnico di radiologia e candidato in Consiglio comunale con Uniti si può, fa sugli investimenti nella sanità che saranno finanziati dal PNRR. Il dibattito è caldo e sul nuovo Piano territoriale voluto dalla Regione non sono mancate dure critiche, ad esempio a Villanova, dove non sarà costruita la tanto attesa Casa della Salute.
Proprio sulle “Articolazioni Territoriali della Sanità” Massimo Scognamiglio commenta: «Parliamo di una sanità che dovrebbe diventare meno ospedale-centrica, più distribuita sul territorio e capace di porre in essere quel filtro che evita l’intasamento dell’ospedale. Forse la lezione del Covid, nella sua tragicità, è servita, anche se poi dimenticata in fretta. Infatti è noto che, almeno nella prima fase della pandemia, gli ospedali sono stati moltiplicatori del virus».
C’è poi la questione del territorio: «Questo sconosciuto. – continua – Dibattito non nuovo che, come operatore sanitario con trentennale esperienza, sento ripetere da anni. Il potenziamento del territori, peraltro mai realizzato o attuato male, è in ogni caso sempre condizionato dai “campanilismi” e dalle logiche clientelari della politica. Ovviamente “la pioggia milionaria” ha creato contenti e scontenti tra i sindaci e a tal proposito scatta subito una domanda: questi progetti di finanziamento quando e con chi sono stati discussi? È stata applicata la legge che prevede che la Conferenza dei Sindaci e la loro rappresentanza debbano potersi esprimere e dare i loro indirizzi in politica sanitaria? Si ha l’impressione – continua – che, come sempre, le decisioni non siano state assunte secondo una seria e cogente valutazione programmatoria, partendo dai bisogni delle popolazioni. Quali analisi, quali studi, quali approfondimenti, anche di tipo epidemiologico sui territori, sono stati portati a suffragio delle scelte fatte?».
Per Scognamiglio c’è poi un altro problema che non si deve sottostimare perché è da questo che dipenderà il funzionamento del Piano: «Con quale capitale umano è possibile realizzare un così vasto potenziamento dei servizi? Com’è possibile disegnare l’implementazione e la nascita di nuove strutture quando è noto che ogni profilo professionale sanitario e non sanitario, non solo è carente, ma in questo momento e per molti anni a venire risulterà indisponibile. Mancano medici in ogni settore specialistico a partire da quelli di Medicina Generale che dovrebbero costituire il fulcro portante dell’azione sanitaria sul territorio; mancano infermieri, tecnici di ogni branca specialistica, operatori socio sanitari, impiegati amministrativi». Da qui un’ultima domanda lanciata alle istituzioni: «Accanto al disegno di nuovi mirabolanti servizi, mal distribuiti, signori decisori politici, sindaci, direttori della Asl avete pronti i piani per il “personale occorrente” a far funzionare l’offerta ai cittadini?»