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Intervista

«Ecco cosa possiamo imparare dal sistema scolastico danese»

L’esperienza Erasmus nella città di Vejle di Maria Stella Perrone, dirigente dell’istituto superiore Alfieri

«In Danimarca ho visto la scuola da un’altra prospettiva. E’ stata un’esperienza che mi ha arricchita e che mi ha ricordato l’importanza fondamentale di stare tra i ragazzi e i docenti, nonostante il gravoso impegno a livello burocratico che pesa sulle nostre giornate».
Così Stella Perrone, dirigente scolastica dell’istituto superiore Alfieri (che comprende liceo classico Vittorio Alfieri, istituto Sella e liceo artistico Benedetto Alfieri), commenta la partecipazione al progetto Erasmus per dirigenti scolastici, intitolato “Leadership for school improvement” che si è svolto dal 27 febbraio al 4 marzo a Vejle, in Danimarca, alla presenza di 19 presidi del Piemonte.
Come mai ha preso parte a questa esperienza?
Da due anni faccio parte, come istituto, del consorzio Erasmus dell’Ufficio scolastico regionale, che partecipa a bandi europei volti a proporre scambi all’estero di docenti e dirigenti. In questo caso l’Ufficio scolastico del Piemonte ha vinto il bando e ha proposto questo periodo di formazione. Ed è giusto, secondo me, che si sia partiti dai dirigenti, chiamati a guidare il processo di miglioramento della propria scuola.

Il confronto

Il cortile di una scuola primaria

 

Qual è l’aspetto del sistema scolastico svedese che l’ha colpita di più?
Il fatto che l’apprendimento degli studenti sia considerato una responsabilità collettiva all’interno della scuola: se si lavora in modo collaborativo gli studenti apprendono meglio. Apprendimento facilitato anche dagli ambienti scolastici: spazi bellissimi, moderni, ampi, attrezzati con laboratori efficienti fin dalla primaria, ottimizzati e funzionali in quanto le scuole nascono per essere tali e non sono ricavate in edifici prima destinati ad altro come capita da noi. Sono luoghi di benessere. Certo, per quanto riguarda l’istituto che dirigo devo ammettere che recentemente sono stati effettuati parecchi investimenti e acquisti. Ma il problema è che sono interventi a sé, non legati ad un progetto complessivo.

Il salone interno di una scuola primaria con il palcoscenico

Cosa le ha lasciato questa esperienza?
Il confronto con colleghi da tutto il Piemonte, certamente arricchente, e il desiderio di tornare a stare maggiormente in contatto con studenti e docenti, nonostante le impellenti scadenze a livello burocratico che incombono su di noi, che purtroppo assorbono troppo tempo e ci allontantano dal compito principale. Il contatto è l’unico modo per entrare nei problemi e trovare le soluzioni, tanto che in Danimarca ho constatato che gli insegnanti, che lavorano sempre a scuola dove dispongono di spazi e strumenti, si incontrano con regolarità.
E poi rifletterò anche a livello di ambienti. Prendendo spunto dall’esperienza danese, chissà che non si possa realizzare qualche angolo di benessere anche nelle scuole che dirigo migliorando la disposizione degli spazi.

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