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Caredio Group
Economia
Intervista

“Carburanti, i tagli sono insufficienti. L’autotrasporto continua a soffrire”

Maurizio Caredio, amministratore delegato dell’omonimo Gruppo, commenta le misure contro il caro-gasolio e ricorda i problemi del settore

Un pacchetto di misure per attenuare gli effetti del caro-carburante. E’ quello contenuto nel decreto approvato venerdì scorso dal Consiglio dei Ministri per rispondere agli effetti economici ed umanitari della guerra in Ucraina. Per quanto riguarda il caro-carburante, nello specifico, prevede fino alla fine di aprile il taglio delle accise che ha portato ad una riduzione dei prezzi alla pompa della benzina di 25 centesimi al litro. Sono poi state inserite misure specifiche per il settore dell’autotrasporto, come la riduzione dei pedaggi autostradali e l’istituzione di un fondo a sostegno del settore. Introdotta anche la clausola di adeguamento dei contratti al costo del carburante e i costi indicativi di riferimento.
L’approvazione del decreto ha quindi scongiurato il fermo nazionale di sabato scorso e dei relativi presidi a livello locale (tra cui quello programmato ad Asti da Confartigianato e CNA), ma la preoccupazione nel settore dell’autotrasporto non si placa, a causa dei problemi che lo affliggono da circa due anni.

Parla Maurizio Caredio

Come ricorda Maurizio Caredio, amministratore delegato Caredio group con sede a Montaldo Scarampi. L’azienda, associata all’Unione industriale, si occupa di autotrasporto, logistica e servizi, per un totale di circa 500 addetti (tra diretti e indiretti). Per quanto riguarda il solo ramo dell’autotrasporto conta circa 180 dipendenti e 100 camion con cui effettua trasporti in Italia e all’estero.
Qual è stato l’impatto dell’aumento dei prezzi su una azienda come la vostra?
Molto forte. Bisogna innanzitutto ricordare che gli aumenti si sono verificati lungo tutto l’arco del 2021 e hanno riguardato metano, gasolio e benzina. Per poi acuirsi negli ultimi mesi: pure speculazioni.
L’incremento del prezzo del metano, poi, ha determinato un “doppio problema”.
In che senso?
Come molte altre aziende abbiamo acquistato recentemente camion a metano, richiesti da alcune ditte per cui svolgiamo il servizio. Sono veicoli ecologici, utili a livello ambientale, ma costano in media 40mila euro in più rispetto a quelli a gasolio e sono più costosi a livello di manutenzione. Basti pensare che il tagliando per un camion a gasolio è ogni 100mila chilometri, quello per un camion a metano ogni 30mila. Ebbene, in questo frangente nel corso del 2021 il metano è aumentato del 250%, passando da 0,80 euro al kg a 2,30 euro al kg. A fronte di questa situazione, le stesse ditte che avevano richiesto l’uso di mezzi a metano hanno corrisposto in questi mesi un aumento per il servizio svolto. Altre, invece, hanno consigliato di tornare ad utilizzare i mezzi a gasolio. Peccato che ormai i camion erano stati acquistati. Alla luce di questa situazione, ho bloccato il nuovo ordine di altri mezzi di questo tipo che avevo calendarizzato quest’anno.
In generale, considerato il contesto, avete aumentato i prezzi del vostro servizio?
Laddove siamo riusciti sì. Diciamo che nel 2021 abbiamo avuto un aumento dei costi del 10%, cui si somma l’ulteriore incremento del 15% negli ultimi mesi, da gennaio in avanti. Tuttavia è ovvio che non possiamo alzare ulteriormente i prezzi, perché gli aumenti si rifletterebbero a cascata sui prodotti al consumatore finale.
Così alcune ditte hanno preferito tenere i camion fermi nei piazzali…
Sì, sia perché è diventato antieconomico svolgere il servizio sia perché alcune commesse sono state sospese. Diverse aziende italiane, che hanno produzioni particolarmente “energivore”, hanno infatti fermato la produzione a causa del caro-energia.

L’intervento del Governo e i problemi cronici

Ritiene che l’intervento del Governo sia andato nella direzione giusta?
Sì, era l’unica soluzione da adottare nell’immediato per scongiurare un ulteriore aumento dei prezzi del servizio di autotrasporto che si sarebbe riflesso a cascata sull’aumento dei prodotti delle aziende, anche se lo ritengo insufficiente a coprire gli aumenti sostenuti.
E’ comunque una soluzione che va a tamponare una situazione di emergenza e arriva in ritardo di anni in un settore afflitto anche da altri gravi problemi.
Quali?
In primis la carenza di autisti. I giovani non scelgono questo mestiere in quanto faticoso, poco remunerativo e soprattutto soggetto a costi elevati per conseguire le patenti e l’abilitazione al trasporto. Una situazione peggiorata con la pandemia in quanto, nei periodi dominati da maggiori restrizioni, gli autisti sono stati costretti a lavorare nonostante gli autogrill chiudessero alle 18 e ci fossero limitazioni presso le aziende cui recapitavano i prodotti.
Altro problema, ormai cronico, sono le tariffe autostradali elevate a fronte di una viabilità dominata da cantieri ovunque in tutto il Paese che riducono notevolmente i chilometri percorsi nella giornata lavorativa.
La vostra azienda è stata costretta a tenere fermi i mezzi in questo periodo di difficoltà?
Al momento no, grazie al fatto che il fatturato trasporti del Gruppo oggi è inferiore rispetto a quello della logistica e servizi.

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