Il prossimo 16 luglio la città sarà di nuovo il capoluogo regionale della comunità LGBTQI che animerà il centro, ma non solo, con la seconda edizione di Asti Pride. La data della manifestazione è stata ufficializzata questa mattina dall’associazione Asti Pride, Agedo Asti-Alba e dal servizio Nuovi Diritti della CGIL durante una conferenza stampa ospitata allo spazio Kor.
L’edizione del 2019, la prima ad Asti, fu accompagnata dalla nota querelle di alcune liste e partiti che sostengono l’amministrazione Rasero che si erano detti contrari alla concessione del patrocinio comunale. Oltre 8.000 persone animarono con le bandiere arcobaleno, musica, costumi il centro di Asti per portare il messaggio della comunità LGBTQI: basta discriminazioni, violenze, atti di bullismo, minacce contro le persone e le coppie omosessuali, bisessuali, lesbiche o trans e massimo sostegno a politiche di inclusione volte a garantire uguali diritti per tutti.
Con l’amministrazione Rasero dialogo ai minimi termini
Anche la nuova edizione di Asti Pride nasce, però, con qualche tensione tra gli organizzatori e l’amministrazione comunale. «Oggi avremmo voluto mostrarvi il percorso del corteo, che si snoderà per circa 3 chilometri, – ha detto Patrizio Onori, presidente dell’associazione Asti Pride – ma non lo faremo perché non abbiamo ancora definito quale sarà e dove passerà. Con la questura ci siamo già confrontati, ma anche con il sindaco dal quale abbiamo ricevuto soprattutto dei no».
Anche per questo motivo, in aggiunta alle note tensioni nate nel corso degli ultimi anni con lo stesso Rasero (famoso è rimasto il caso del sottopassaggio in piazza Marconi che l’associazione Asti Pride avrebbe voluto riqualificare, ma che è rimasto un “non luogo” a causa del mancato accordo con il Comune) Asti Pride non ha chiesto il patrocinio per l’evento di luglio.
«Il patrocinio si dà quando si condividono dei valori, – ha spiegato Onori – ma purtroppo, al di là dei tanti selfie che sono stati scattati durante la parata del 2019, dal giorno dopo non è successo nulla. I confronti veri e reali con l’attuale amministrazione sono stati pochi nel corso degli ultimi tre anni, ma oggi sono del tutto assenti». Nell’attesa di conoscere il percorso della parata, che si snoderà anche in zone periferiche, ma simboliche, gli organizzatori hanno già fornito un quadro di quello che succederà prima e durante il Pride.
Il logo con l’uso dello schwa
Presentato il logo che quest’anno vuole lanciare un messaggio profondo e duplice: un pugno chiuso, che stringe un fiore arcobaleno, con la scritta (R)esistenzə con l’uso dello schwa come ultima lettera per indicare non un solo genere, ma l’inclusione di tutti.
Quest’anno tra il Piemonte e la Valle d’Aosta si svolgeranno numerosi Pride (Asti, Alessandria, Aosta, Biella, Cuneo, Novara e Torino) e tutti, compreso quello del 16 luglio, saranno un momento di festa, ma soprattutto di rivendicazione dei diritti che oggi sono negati alla comunità LGBTQI. Per farsi un’idea dei problemi che ancora vivono coloro che appartengono alla comunità arcobaleno, qui ad Asti, è sufficiente leggere il Documento Politico che è stato spiegato durante la conferenza stampa di questa mattina.
Lo ha riassunto Arianna Franco (Nuovi Diritti CGIL Asti). «La comunità LGBTQI di Asti subisce ancora molti disagi e vive tante difficoltà. È per questo che chiediamo, ancora una volta, che la città aderisca alla rete Ready che la porterebbe a far parte di un circuito virtuoso di best practice delle istituzioni locali nel campo della lotta alle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e identità di genere». Prevenzione, informazione e divulgazione sono tre pilasti che Asti Pride promuove in aggiunta ad una maggiore cultura dell’inclusione che dovrebbe partire nelle scuole affinché si insegni a contrastare, fin da piccoli, bullismo e discriminazioni.
Oriella Bolla, presidente di Agedo Asti-Alba, ha invece focalizzato il suo intervento sulla necessità di attivare buone prassi amministrative comunali come la trascrizione nei registri anagrafici dei figli delle coppie omogenitoriali. Stefano Bego, esponente dell’associazione che organizza l’evento, ha invece spiegato i vari modi per sostenere il prossimo Pride «che non riceve finanziamenti pubblici», ma si finanzia da sé organizzando alcuni eventi, attraverso la vendita dei gadget, ricevendo donazioni su Satispay, tramite i versamenti sull’IBAN IT64E0313801100000013278734 o attraverso il crowdfunding aperto sul sito Splitted.
Gli eventi già in programma
Il percorso di avvicinamento alla manifestazione del 16 luglio sarà ricco di eventi, alcuni già definiti: il 9 aprile, alle 20, il Diavolo Rosso ospiterà una cena di finanziamento e un concerto tributo a Fabrizio De André con “I figli di Marinella”; il 2 luglio, alle 20, al circolo Stragood ci sarà un’altra cena di finanziamento e Dj set. Già aperte le prevendite dello spettacolo di Paolo Camilli, attore e YouTuber molto seguito sui social, che il 15 luglio, alle 21, sarà allo spazio Kor con “L’amico di tutti”. Gli interessati possono già acquistare il biglietto dello spettacolo sul sito Ticketgold.it, ma Paolo Camilli sarà in città anche il giorno successivo, il 16 luglio, come uno dei padrini della manifestazione.
+++ IL DOCUMENTO POLITICO DI ASTI PRIDE 2022 +++
[foto servizio Billi]
Una risposta
Non sono contro nessuno,anzi ho conoscenti di tutto rispetto che hanno orientamento sessuale diverso ma come me pensano che il manifestare in piazza mezzi/o tutti nudi non ha alcun significato se non quello di essere esibizionisti!Non mi scandalizzo,dico solo che il 16 Luglio di sabato in pieno centro dove adulti e bambini a casa da scuola non è il caso che vedano certe cose!E poi,tutti siamo contro al bullismo o a qualsiasi forma di violenza fisica o psicologica ma non è andando in piazza che risolvi il problema!La politica si deve occupare di fare leggi severe e punire chi commette certi reati e non acconsentire ad alcune manifestazioni che non portano a nulla se non recuperare voti qui e là!Siamo seri ogni tanto