Lavoravano nel sud astigiano
Sono stati tanti i lavoratori stagionali che, in questi anni, hanno popolato le vigne di Moscato e Barbera durante le fasi salienti di coltivazione che, pur presentandosi come bulgari, in realtà erano macedoni.
Nessuna responsabilità a carico dei viticoltori che li richiedevano regolarmente a contratto dalla nota cooperativa Bobimac di Alba che pagavano regolarmente.
Sfruttamento interno
Lo sfruttamento si consumava tutto all’interno della cooperativa il cui titolare, Boban Gorgiev, macedone residente ad Alba, è stato arrestato con moglie, madre e altri tre stranieri dai carabinieri della Compagnia di Alba nella giornata di ieri.
Moltissime le “contaminazioni” dell’Operazione Sole con il territorio astigiano.
La Bobimac, infatti, attiva da anni e conosciuta da molti viticoltori del Sud Astigiano come intermediaria di lavoratori stagionali, reclutava in Macedonia i suoi uomini, attraverso annunci via internet e via radio.
Ma i cittadini macedoni, non essendo quella nazione appartenente alla Comunità Europea, avrebbero dovuto seguire una lunga e complessa trafila per entrare in Italia, sicuramente incompatibile con le esigenze “elastiche” dei lavori stagionali in vigna.
Prelevati in Macedonia e nascosti ad Alba
Così Gorgiev aveva trovato un escamotage molto semplice: una volta reclutati li mandava a prendere da un suo autista di fiducia e faceva entrare illegalmente in Italia la manodopera a bordo di un pulmino che raggiungeva Alba. Lì “stipava” i lavoratori in alloggi di sua proprietà, impediva loro di uscire di casa, li fotosegnalava e sequestrava i loro documenti autentici. Lo stesso fidato autista ripartiva per la Bulgaria con le foto che, in meno di due giorni, finivano su carte di identità bulgare false. In poche mosse, i macedoni si trasformavano in bulgari, quindi in cittadini comunitari con maggiore libertà di movimento in Europa.
«Una volta muniti di documenti falsi – ha dichiarato il capitano Giampaolo Canu, comandante del Nucleo Investigativo dei carabinieri di Cuneo – la Bobimac li assumeva regolarmente e li indirizzava altrettanto regolarmente ai coltivatori che ne richiedevano le prestazioni».
Controllati a vista con paghe da fame
Ma quei lavoratori nelle vigne lavoravano senza documenti (che teneva sequestrati Gorgiev per scongiurare ogni tentativo di fuga), controllati a vista da due connazionali (Dragan Ristov per la zona di Nizza e Sashko Petrov per quella di Canelli, entrambi arrestati) e per una paga da fame.
Perchè, a fronte dei 6-7 euro all’ora che le aziende agricole riconoscevano alla cooperativa, i lavoratori arrivavano a prendere mediamente 2,50 euro. Il resto era “trattenuto” da Gorgiev e dalla sua organizzazione in conto spese per il viaggio in Italia, la produzione di documenti falsi e il vitto ed alloggio (di scarsissimo livello) che veniva dato ai lavoratori. I quali, soprattutto, non avevano alcun margine di scelta, visto che i loro documenti, sia quelli veri che quelli falsi, erano sempre nelle mani del connazionale che li sfruttava.
L’operazione conclusasi ieri ed iniziata un anno fa, ha visto uno schieramento importante di carabinieri per la notifica di tutte le misure cautelari, compresi quelli della Compagnia di Asti cui la Procura di Asti ha delegato una serie di perquisizioni anche a Nizza, Canelli e Santo Stefano Belbo.