La conclusione dell’esperienza amministrativa del sindaco Christian Giordano ha ora una scadenza: è quella del 12 giugno, giorno in cui si terrà la consultazione elettorale per l’elezione del suo successore. Dopo i 10 anni trascorsi a prendersi cura della sua città, Giordano lascia, non consentendo la legge la possibilità di un terzo mandato. E’ il momento di tracciare un bilancio di questi anni per l’amministratore e per l’uomo.
Non le chiedo che cosa lascia ma che cosa porta con sé di questa lunga esperienza?
«Porto via con me una capacità nuova di vedere le cose in una dimensione globale e non più limitata alla mia esperienza. Sono figlio di commercianti e prima guardavo ai risultati soprattutto dal punto di vista del nostro business. Da amministratore mi sono cimentato su più piani: la gestione del personale, gli ostacoli burocratici per realizzare i progetti, il fare i conti con le risorse che si hanno a disposizione. Mi porto via una nuova capacità di lavorare in squadra e un notevole bagaglio di contatti umani che non avrei avuto altrimenti».
Ha realizzato i progetti che si era prefissato per Villanova?
«Penso di aver realizzato anche cose che non avrei mai pensato di fare e che sono arrivate man mano, sfruttando le opportunità che si presentavano guardandosi attorno. Per esempio la fognatura in zona industriale, un’opera che non si vede ma che garantirà sicurezza al paese nel deflusso delle acque negli anni a venire. La pandemia ci ha messo tanto alla prova, ma non ho allontanato da me le difficoltà dei cittadini e come amministrazione siamo sempre stati pronti a rispondere a bisogni, esigenze e a tenere sotto controllo la situazione, indirizzando dove possibile e creando le occasioni di prevenzione e tutela. Eravamo consci del momento straordinario ma abbiamo mantenuto la capacità di programmare e di guardare avanti, risolvendo piccole cose ma guardando anche a cose più strutturali che rimanessero: le scuole, i progetti per il futuro come l’insediamento logistico che farà di Villanova un punto strategico per il Piemonte e per il nord Italia, favorendo l’insediamento di nuove aziende».
E dal punto di vista umano che bilancio fa del suo mandato?
«Ci sono stati momenti difficili, come la vicenda del comandante dei vigili che ho licenziato. La gestione del personale è una delle cose più difficili per un amministratore pubblico e quella storia l’ho pagata anche dal punto di vista personale con strascichi che ancora non si sono conclusi. Licenziare delle persone non è mai un successo, ma oggi la situazione è migliorata. In generale però ho l’orgoglio di aver creato una sensibilità ambientale nei miei concittadini con iniziative che all’inizio erano derise e ora sono la norma. Penso a “Puliamo insieme” che noi abbiamo cominciato ancora prima della Provincia».
In genere questa domanda si fa all’inizio mandato: “Cosa farà i primi 100 giorni da privato cittadino”?
«Non nego che mi sarebbe piaciuto continuare l’esperienza di sindaco, ma non è attualmente permesso dalle normative, anche se si sta discutendo una modifica in questo senso. Mi concentrerò sulle attività di famiglia nel commercio e nel turismo ma porterò avanti anche progetti che mi appassionano attraverso la creazione di start-up che si occupano di progetti tecnologici al servizio di uno sviluppo eco-sostenibile. Un modo diverso per contribuire al benessere dei cittadini e dei territori».