Sale il tono dello scontro politico dopo quanto avvenuto nell’ultimo Consiglio comunale, il primo in presenza al termine dei lavori di ristrutturazione della sala consiliare. Una vera e propria resa dei conti tra tutta la minoranza e l’amministrazione Rasero. Oggetto del contendere le pratiche sul futuro dell’Asp (una approvata con i voti della maggioranza, altre due ancora in discussione) che riguardano il riassetto della governance, gli indirizzi per la modifica dello Statuto, l’aggiornamento dei Patti parasociali, ma anche le linee guida del nuovo Piano industriale della multiutility.
I consiglieri di opposizione hanno voluto incontrare i giornalisti per denunciare una serie di presunte irregolarità, vizi di procedura e altre criticità sulle pratiche tali da aver fatto maturare una decisione clamorosa: «Abbiamo chiesto un appuntamento in prefettura per segnalare quanto sta accadendo in Consiglio, abbiamo preparato una segnalazione alla procura, ma siamo pronti a presentare anche ricorso al TAR e una segnalazione all’ANAC».
I consiglieri Mauro Bosia, Michele Anselmo, Mario Malandrone, Luciano Sutera, Maria Ferlisi, Massimo Cerruti, Giorgio Spata, Angela Quaglia e Angela Motta hanno riassunto quelle che considerano essere delle «irregolarità sulla trattazione delle pratiche» e nonostante le numerose pregiudiziali portate in aula, uno strumento che serve per non discutere le pratiche, la maggioranza ha deciso di procedere con i lavori.
Si contesta in primis la «legittimità della discussione – spiegano i consiglieri – dal momento che queste pratiche, non urgenti o improrogabili, sono state portate in aula in violazione dell’articolo 38.5 del TUEL che dispone dopo la pubblicazione del decreto di indizione dei comizi elettorali, avvenuto il 5 aprile, che il Consiglio non possa adottare atti se non urgenti e improrogabili». L’opposizione contesta il contingentamento dei tempi di discussione («appena 150 minuti alla minoranza per presentare gli emendamenti»), ma anche di aver avuto le pratiche con estremo ritardo («i documenti erano stati secretati») e di non aver potuto incidere in nessun caso sulle stesse dal momento che «molti emendamenti non sono stati recepiti, tutti gli altri sono stati bocciati».
Oltre alle questioni pregiudiziali, l’opposizione ha presentato nel complesso ben oltre 200 emendamenti nella speranza, neanche tanto velata, di contrastare l’approvazione delle pratiche «frutto di un accordo – hanno aggiunto i consiglieri- tra il sindaco Rasero, l’assessore Berzano e il socio privato di Asp, NOS, senza che questo possa essere modificato dal Consiglio comunale. Quest’ultimo di fatto viene trattato come un passacarte, come un organo che deve solo prendere atto».
Ma la minoranza respinge al mittente ogni accusa di «irresponsabilità» e ricorda che tutte le cause pendenti tra NOS e Comune (a cominciare da quella sul teleriscaldamento mai fatto), le stesse che l’approvazione delle pratiche, senza alcuna modifica, sistemerebbe, «sono iniziate durante l’attuale amministrazione a cominciare dalla famosa lettera di Rasero che informava il socio privato di non essere più interessato al teleriscaldamento all’ospedale».
«Berzano non provi a scaricare sulle precedenti amministrazioni responsabilità politiche sue e di Rasero» incalzano i consiglieri. Non mancano contestazioni anche su come il presidente del Consiglio, Walter Rizzo, ha condotto i lavori («una conduzione scandalosa»). Dai banchi dell’opposizione annunciano di essere pronti a dare battaglia anche nelle prossime sedute: «Se Rasero pensa che ci stanchiamo, si sbaglia di grosso».
La replica dell’assessore Renato Berzano: «Pratiche regolari e a norma. Le loro interpretazioni sono faziose»
«Non ho nessun interesse a scaricare le colpe sugli altri, ma è innegabile che tutta questa vicenda sia nata nel 2015. I famosi ricorsi del socio NOS sono evidente conseguenza di alcuni atti fatti durante la nostra amministrazione, a cominciare dalla famosa lettera di Rasero, ma questa è una conseguenza di tutto quell’ambaradan sul teleriscaldamento e illuminazione nato dalla precedente amministrazione». Così l’assessore al Bilancio Renato Berzano replica alle accuse mosse dalla minoranza dopo le prime infuocate serate di Consiglio sull’Asp.
«Rimandiamo al mittente le accuse di aver portato all’attenzione del Consiglio atti illegittimi perché se la minoranza cita l’articolo 38.5 del TUEL si dimentica di ricordare che abbiamo anche sentito la Prefettura e che la stessa ha precisato come il riferimento temporale per l’approvazione delle pratiche sia il 28 aprile, data dell’affissione del manifesto elettorale, cioè 45 giorni prima del voto».
Anche sulla tagliola Berzano risponde a tono: «Hanno presentato centinaia di emendamenti con l’evidente intento di far perdere tempo e andare lunghi rispetto alle ore previste, così da invalidare la discussione. Hanno inziato con pregiudiziali di ogni tipo, hanno parlato di contenuti in pratiche successive rispetto a quella in discussione dopo che avevano gridato allo scandalo per l’accorpamento delle stesse, poi ritirato la seconda sera. Presentano interpretazioni faziose di tutto ciò che facciamo, quindi il contingentamento dei tempi è stato necessario. In realtà, se loro avessero avuto un atteggimento meno ostile, presentando una decina di emendamenti, li avremmo anche accolti».
Berzano non nega di «essere un politco, anche se in Giunta come tecnico», ma aggiunge: «Da che mondo è mondo i Consigli comunali viaggiano a maggioranza e il fatto che si presenti una pratica che non possa essere modificata ha mandato in bestia l’opposizione. Devono anche capire che si tratta di materie molto complicate e che ogni spostamento genera modifiche a cascata».
E aggiunge: «Sento come un dovere portare a termine questo lavoro perché ne va la tranquillità e il futuro di Asp. Non comprendo come la minoranza non capisca che se allineiamo i contratti di servizio al 31/12/2027 l’Asp avrà una prospettiva, senza queste pratiche si affonderà da sola».
Altre otto sedute di Consiglio sono state già convocate per la prossima settimana.
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