Dallo scorso marzo è in programmazione in diversi cinema italiani, dopo essere stato proiettato in Australia. Parliamo de “Le Ricette dello Chef Antonio per la Rivoluzione” (Australia/Italia 2021, 85 minuti), il documentario sulla storia dell’Albergo etico di Asti girato in tre anni dal regista australiano Trevor Graham.
A produrlo La Sarraz Pictures, Yarra Bank Films e Black Sheep Films, con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte/Piemonte Doc Film Fund.
A parlarne con entusiasmo il fondatore del progetto: Antonio De Benedetto, contitolare del ristorante Tacabanda e presidente dell’Associazione Albergo etico Italia onlus.
Il documentario
Come è nata questa idea?
Un’amica del regista, che guida un’associazione di Sidney impegnata ad aiutare persone affette da sindrome di Down, ci ha contattati ed è venuta ad Asti a conoscere il nostro modello di formazione innovativo.
Stupita, ha proposto a Graham di girare un documentario sul tema. Graham è specializzato in lavori di approfondimento: tra questi, aveva cominciato una trilogia sul tema del cibo, in cui ha inserito, appunto, “Le Ricette dello Chef Antonio per la Rivoluzione”.
Quando è stato girato?
Dal 2017 al 2020, poco prima dell’inizio della pandemia, in blocchi di tre mesi di riprese. Dopo la fase di lavorazione, è uscito in anteprima nel novembre 2021 all’ambasciata italiana a Canberra, in occasione della giornata dedicata al nostro Paese che si celebra nelle ambasciate di tutto il mondo. Poi, dallo scorso 3 marzo, è in distribuzione in Australia e dal 21 marzo, Giornata Mondiale delle persone con la Sindrome di Down, in Italia.
Dove è stato proiettato finora nel nostro Paese?
Il 21 marzo a Torino, Milano e Pisa, poi a La Spezia, Roma, Cuneo. Nelle prossime settimane arriverà anche ad Ascoli Piceno, Cesenatico, Lecce e di nuovo a Milano in occasione del festival sull’autismo “In&Aut” che si terrà dal 13 al 15 maggio. In ogni caso la proiezione è accompagnata dalla presentazione di uno o più protagonisti, in quanto è una pellicola particolare che va inquadrata.
E ad Asti?
Verrà proiettato a giugno, presumibilmente al Teatro Alfieri.
Inoltre da settembre verrà distribuito nelle scuole e negli oratori di tutta Italia, visto che riteniamo sia un prodotto altamente educativo.
Il documentario ha i sottotitoli?
Sì, è in italiano con sottotitoli in inglese. A questo proposito aggiungo che ci sono realtà interessate a distribuirlo in Argentina con i sottotitoli in spagnolo.
La storia dell’Albergo etico
Al centro c’è la storia tutta astigiana dell’Albergo etico e del metodo Download…
Sì, il documentario spiega esattamente la nostra “follia”. Una storia nata nel 2006 quando, al ristorante Tacabanda che gestisco con mio fratello, è arrivato Niccolò Vallese, un ragazzo affetto da sindrome di Down, per uno stage organizzato dalla scuola alberghiera. La sua permanenza ci ha aperto le porte di un mondo che non conoscevamo. Notando la velocità della sua crescita a livello personale e professionale in quel periodo di tirocinio, infatti, ci siamo domandati le motivazioni. Abbiamo subito capito che quel segreto – basato sulla nostra volontà di far acquisire l’indipendenza ai ragazzi – avrebbe potuto cambiare l’approccio con le persone affette da disabilità. Studiando e approfondendo il tema, abbiamo poi messo a punto il Metodo Download, basato sulla semplificazione delle regole di vita dei normodotati per renderle accessibili ai disabili, il tutto attraverso l’acquisizione di una professionalità in campo alberghiero.
Su quali punti saldi poggia il metodo?
Su tre luoghi: la casa del ragazzo disabile, dove è fondamentale l’appoggio della famiglia, che è il luogo in cui deve cominciare l’integrazione; la rete degli Alberghi etici, ormai presenti in Italia e all’estero, dove i ragazzi imparano la professione e lavorano; e l’Accademia dell’indipendenza.
Solitamente quest’ultima coincide con le stanze adibite al personale negli Alberghi etici, dove i ragazzi vivono da soli, in costante contatto telematico con la famiglia, e mettono in pratica ciò che hanno imparato all’Albergo ed è stato vidimato a casa loro.
La realtà astigiana
Quando è nato l’Albergo etico di Asti?
Nel 2015 nella precedente sede di corso Felice Cavallotti, che ospitava 21 stanze d’albergo e gli spazi della formazione (che non si è fermata neppure durante il lockdown) relativi all’Accademia dell’indipendenza. Da alcuni mesi, però, abbiamo traslocato nella nuova sede di via Isnardi, in virtù di un accordo tra l’Opera Pia Isnardi e la nostra cooperativa sociale Download, presieduta da Alex Toselli. Accordo per il quale ringraziamo molto il vescovo Marco Prastaro.
Nella nuova sede abbiamo meno stanze di albergo (pari a 10) ma più spazio per la formazione, in sostanza triplicato e per di più vicino all’Agenzia di formazione professionale Colline Astigiane (scuola alberghiera) che è nostro partner. L‘Accademia dell’indipendenza è già operativa, mentre l’albergo aprirà entro la fine della primavera. La nuova sede, quindi, consentirà ad Asti di diventare centrale nella formazione della rete creata dal sistema, che ad oggi coinvolge circa 150 ragazzi nel mondo. Per questo ci piacerebbe ricevere il sostegno di Asti e degli Astigiani.
L’espansione e il futuro del progetto
Negli anni, infatti, avete aperto anche altri Alberghi etici…
Sì, a Roma, ad Aosta, nei pressi del castello di Fénis, e in Australia nell’area delle Blue Mountains. Nel frattempo stiamo lavorando per avviarne altri in Italia (Cesenatico, Pistoia, Sondrio, Bormio, Milano) e all’estero (Albania, Argentina).
Come scegliete le nuove sedi?
Siamo contattati da associazioni, istituzioni o fondazioni bancarie interessate al nostro progetto.
Nel documentario si fa riferimento alle fasi della formazione, ma anche al lavoro che interessa i ragazzi…
Sì, ha messo in luce le varie fasi del progetto. Primo, la formazione. Secondo, il lavoro negli alberghi etici, consentendo ai ragazzi di ruotare nelle varie sedi, trovando ospitalità nelle Accademie dell’indipendenza e il supporto di una rete di relazioni di cui fanno parte anche le famiglie. Terzo, il lavoro fuori dalla rete “protetta” degli alberghi etici, potendo contare su una strategia di vita e una rete di relazioni consolidate.
Avete già raggiunto questo risultato finale?
Sì, perché alcuni nostri ragazzi hanno trovato lavoro presso ristoranti, negozi e uffici. Inoltre, considerando che in questi anni il settore alberghiero vede la carenza di cuochi, camerieri e addetti alle pulizie, si aprono ulteriori possibilità per loro.
Un lavoro in itinere…Altri progetti (o sogni)?
Ci piacerebbe molto completare questo percorso di vita aprendo una RSA dove i ragazzi prima sono lavoratori, poi volontari e alla fine ospiti. Vedremo.