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Attualità
Intervista

Chiara Chirio (Italexit): «Per rilanciare il centro bisogna attirare investitori in città»

La candidata a sindaco del partito fondato da Gianluigi Paragone spiega alcune priorità che considera necessarie nell’amministrazione della città

È portando avanti i valori e le rivendicazioni di Italexit, il partito fondato dal senatore Gianluigi Paragone (che sarà ad Asti il 28 maggio) che la candidata a sindaco Chiara Chirio intende affrontare le questioni più spinose di Asti e offrire soluzioni che possano convincere l’elettorato a darle fiducia.

Perché ha scelto di candidarsi con un partito, Italexit, che nasce in alternativa all’Europa e all’Euro?

Mi sono sempre interessata di politica, ma mi sono avvicinata a Italexit dopo una profonda delusione ricevuta proprio dalla politica. Mi sono avvicinata al senatore Paragone perché condivido le sue opinioni sia come lavoratrice sia come cittadina. Condivido il suo pensiero e il suo atteggiamento verso l’inclusività delle persone perché, come dice lui, “da soli non si va da nessuna parte”. Ognuno ha un sapere e questo dev’essere messo a disposizione di tutta la comunità. La candidatura nasce perché me l’ha proposta il coordinatore, Quaglia. Ho dovuto trovare il coraggio, ma ho risposto quasi subito perché mi sono detta che se fossi rimasta ferma avrei rischiato di spegnermi.

Come si sente a essere l’unica donna candidata a sindaco?

Credo che non sia tanto una questione di genere, ma di competenze. Ben venga una figura femminile se associata a competenze.

Quali sono i problemi di Asti più stagnanti?

La sicurezza, legata anche a un discorso di illuminazione, il potenziamento del turismo collegato allo sviluppo del commercio, la viabilità e l’inquinamento cui si aggiunge il disagio sociale accentuato dalle dinamiche emerse a causa della situazione nazionale.

Perché Asti non è sicura? Quali azioni potrebbe intraprendere un sindaco considerato che non è il capo della polizia?

Asti è stata dichiarata non sicura da Il Sole 24 Ore, non lo dico solo io. I problemi li conoscono tutti, ma posso dire che incrementando l’illuminazione andremo sicuramente a risolvere una criticità. Io sono una donna e a maggior ragione camminare per una città non sicura, o non avere la percezione della sicurezza, è un vincolo di libertà.

Lei ha mai subito aggressioni, rapine o scippi in strada?

Tempo fa, ad Asti, sono stata seguita più volte perché per il mio lavoro giro molto. Diverse volte sono stata anche seguita in macchina, ma per fortuna lavoro con i bar e quindi, in un attimo, posso scendere da un cliente e chiamare le forze dell’ordine che sono sempre state gentili e disponibili. Certo che vivere con questa tensione addosso non va bene. Un sindaco, però, potrebbe collaborare più a stretto contatto con le forze dell’ordine dove manca anche l’organico a causa del “green pass”. Sulla sicurezza posso dire che stiamo pensando di aprire uno sportello diretto con il Comune per ricevere segnalazioni affinché si prevengano eventuali rischi. Ad esempio potremmo coinvolgere i rappresentanti dei comitati Palio per raccogliere le problematiche su questo tema.

Quando parla di disagio sociale a chi si si riferisce?

In primis agli anziani la cui situazione è legata ad una difficoltà economica unita a molta solitudine. Il nostro stato sociale è ormai fortemente compromesso e molti cittadini non hanno più un punto di riferimento. Noi mettiamo a disposizione alcuni professionisti che si sono offerti, gratuitamente, per portare loro un aiuto. Ma non è sufficiente tamponare, bisogna fare di più. In questo momento ci stiamo occupando molto delle multe ai non vaccinati.

Lei è contro il green pass e contro la vaccinazione obbligatoria?

Sì, senza dubbio. Sono per la libera scelta perché siamo in un Paese democratico. Oltretutto il green pass si è rivelato un sistema fallimentare dal punto di vista economico, sociale e anche a livello sanitario. Mina l’identità delle persone che vengono identificate con un codice QR.

Passiamo al collegamento sud/ovest: è d’accordo con l’ipotesi di un progetto leggero? Che idea ha della viabilità cittadina?

Sul collegamento sud/ovest non ho le competenze adeguate per dire che bisogna fare in questo o quel modo. Prima di tutto devo essere eletta sindaco e fare valutazioni insieme alla mia squadra. Se dovesse essere utile sarei la prima a dire sì, però resto sempre molto scettica e vorrei capire se ci siano alternative. La viabilità di Asti è indubbiamente da modificare. Io lavoro nel commercio e Asti è un disastro perché quando dobbiamo fare consegne o ricevere tir ci sono tempi di percorrenza lunghissimi e rallentamenti che danneggiano il settore.

Un sindaco può incidere sulle dinamiche commerciali e aiutare questo settore che deve fare i conti con l’e-commerce sempre più in crescita?

Un sindaco deve aggregare, si deve ritornare a frequentare il cuore pulsante della città, il centro, che ho visto svuotarsi in questi anni. Il centro storico è stato decentrato a favore dei grandi poli commerciali, ma è necessario creare attrattive che avvicinino i cittadini al centro storico, attirando anche investitori che potrebbero rialzare queste serrande abbassate. Da qui la necessità di creare eventi importanti, non improvvisati, anche aprendo un ufficio che promuova Asti, le sue eccellenze e la sua cultura all’estero. Infine occorre moderare le tasse locali e i costi per i dehors. Italexit propone anche l’introduzione della moneta complementare, ma non entro nel tecnico perché è difficile da spiegare in poche battute.

Rispetto alla comunità LGBTQI, oggi ai ferri corti con il Comune, come vi ponete voi di Italexit?

Io parlo sempre di inclusione e che tutti devono essere partecipi. Sono assolutamente per l’inclusione anche di queste categorie.

Asti è una città che pensa ai giovani?

Nella mia lista ci sono alcuni candidati giovani che lamentano di non trovare stimoli in città e che vanno a cercarli altrove, ad esempio ad Alba. Bisognerebbe capire e comprendere meglio le loro necessità, parlare molto di più con loro, ma in realtà posso dire che Asti non offre risposte agli interessi dei giovani.

 

La candidata sportiva

Chiara Chirio, classe 1980, è l’unica candidata sindaco donna nelle prossime elezioni comunali di Asti. È un’imprenditrice e si occupa della ditta di famiglia con sede a Montechiaro. Nella vita ha svolto anche il ruolo di consigliera in una squadra ciclistica professionista femminile (con la quale ha anche partecipato ad alcune competizioni). È appassionata di sport che ha sempre praticato e che, soprattutto oggi, dopo due anni di pandemia, considera «una delle risorse principali per i giovani per poter consentire loro di reinserirsi in una società che li ha mandati in profonda crisi». Convive con il suo compagno e non ha figli.

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