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Cronaca

Dietro la condanna dell’infermiere un’indagine su altri 47 decessi durante i suoi turni

Inflitti 5 anni e 8 mesi per la morte di un anziano paziente in corsia a causa di un’iniezione di Midazolam che gli provocò una crisi fatale

Condannato a 5 anni e 8 mesi

Il gup Morando, con la condanna a 5 anni e 8 mesi a carico dell’infermiere dell’ospedale di Carmagnola Mauro Capra, ha “alleggerito” la sua posizione nella responsabilità della morte di Giovanbattista Tuninetti, 87 anni, pensionato Fiat residente nella cittadina in provincia di Torino.
Dal tribunale di Asti, arriva in rito abbreviato la sentenza che mette fine, almeno in primo grado, ad una vicenda che aveva visto l’infermiere sotto processo con la pesante accusa di omicidio volontario. Accusa che, nella sentenza del gip, è stata derubricata in omicidio colposo.

Il pm aveva chiesto 10 anni per omicidio volontario

Per lui il pm Laura Deodato aveva chiesto una condanna a 10 anni, già al netto dello sconto per la scelta del rito abbreviato. Pronuncia di condanna era arrivata anche come richiesta dalla parte civile, sostenuta dall’avvocato Marco Calosso, che rappresentava il figlio e la nuora di Tuninetti.
Per i difensori di Capra, avvocati Cochis e Pellegrino invece, non sarebbero mai stati provati né il nesso causale fra la somministrazione di una fiale di Midazolam e la morte del paziente e, ancora meno, la condotta dell’infermiere.

I fatti

La vicenda risale all’ottobre del 2015 quando Tuninetti, in seguito ad un lieve malessere dovuto a continue vertigini, venne ricoverato all’ospedale di Carmagnola per alcuni accertamenti. Le sue condizioni non destavano grandi preoccupazioni, ma improvvisamente, Tuninetti venne colto da una grave crisi che gli fu fatale.

Il coraggio della tirocinante

Fu una giovane tirocinante, presente prima, durante e dopo la crisi di Tuninetti, a presentare un esposto alla direzione sanitaria affacciando la responsabilità di Capra che venne accusato di aver somministrato all’anziano paziente una fiala di Midazolam per “tranquillizzarlo”. Farmaco che non era mai stato prescritto per Tuninetti.
Quando l’esposto finì sulla sua scrivania, il sostituto procuratore Laura Deodato dispose immediatamente la riesumazione dell’uomo e dagli esami tossicologici sui resti del paziente, emerse la presenza di Midazolam, dando corpo ai sospetti sull’infermiere.

70 mila euro a figlio e nuora

Il gup Morando ha disposto una provvisionale, a titolo di acconto per risarcimento danni, di 70 mila euro. «Dal punto di vista strettamente civilistico possiamo dirci soddisfatti e, in fondo, anche sul fronte penale, visto che, seppur colposa, è stata riconosciuta la responsabilità dell’infermiere nella morte del padre e suocero dei miei clienti» è stato il commento dell’avvocato Calosso.
«Non nascondiamo la soddisfazione per la derubricazione del reato che esclude ogni intenzione omicidiaria del nostro assistito – è stato il commento dei difensori Cochis e Pellegrino – Anche il signor Capra ha appreso con sollievo la decadenza di un’imputazione particolarmente nefasta e grave come quella dell’omicidio volontario. Certo è che noi continuiamo a sostenere la totale estraneità del nostro assistito alla morte del signor Tuninetti. Attendiamo di leggere le motivazioni ma è molto probabile il ricorso in Appello per far riconoscere l’innocenza di Capra».

Spulciate 47 cartelle cliniche di persone morte durante i turni dell’infermiere

E a fare ricorso in Appello sarà sicuramente il pm Deodato, che ha profuso grande impegno in questa vicenda.
Infatti, a fronte del caso Tuninetti approdato in aula, vi è stata anche una impegnativa indagine per accertare se la sua fosse l’unica morte sospetta nel reparto in cui lavorava l’infermiere Capra.
Questo anche in seguito a quanto raccontato da alcuni suoi colleghi che davano per frequente il suo ricorso a sedativi non prescritti pur di avere pazienti “tranquilli” nel suo turno.

Studio statistico nazionale

Così la Procura prima ha fatto uno studio statistico nazionale sulla mortalità in reparti analoghi di ospedali simili a quello di Carmagnola, per dimensioni e bacino di utenza. E dall’analisi dei dati risulta che a Carmagnola vi fosse un tasso di mortalità superiore alla media nazionale.
Il passo successivo è stato quello di richiedere le cartelle cliniche di 47 pazienti deceduti durante i turni di Capra in circostanze assimilabili a quelle in cui avvenne il decesso di Tuninetti.
Un pool di specialisti incaricati dalla dottoressa Deodato, ha spulciato i “diari sanitari” pagina per pagina ma non è emerso nulla che giustificasse altre esumazioni per ulteriori accertamenti.

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