Udienza a porte chiuse
Si è tenuta stamattina l’udienza in rito abbreviato al tribunale di Asti davanti al gip Di Naro a carico di Dario Cellino, l’uomo di 92 anni che all’inizio di novembre ha sparato ed ucciso Marco Massano, il geometra di 44 anni incaricato di eseguire una perizia sull’immobile sotto pignoramento da parte della banca.
«Volevo solo spaventarlo»
Prima di iniziare la discussione, l’imputato, presente in aula, ha voluto fare alcune dichiarazioni spontanee in cui ha ribadito di aver sparato perchè si era sentito minacciato. Così aveva inteso la lettera in cui si annunciava l’arrivo del geometra che, secondo Cellino, gli avrebbe portato via la casa. « Con quella lettera mi ha offeso e io mi sono difeso. E poi – ha ribadito in aula – io non volevo ucciderlo, volevo solo spaventarlo».
Neanche una parola di pentimento
Anche in questa ultima occasione di fronte al giudice e di fronte alla vedova del geometra, Sara Tonon, che sedeva a pochi metri da lui, non ha avuto alcun pensiero di compassione, pentimento, rimorso nei confronti della sua vittima che ha lasciato una moglie e tre figli piccoli.
Ma, d’altra parte, questo suo carattere duro e totalmente “anaffettivo” era già stato ampiamente evidenziato nella perizia psichiatrica richiesta dalla sua difesa, sostenuta dall’avvocato Sabrina Zeglio. I periti avevano parlato di un uomo lucido, perfettamente capace di intendere e di volere.
La dura requisitoria del pm
Tema ripreso dal pm Nicola nella sua dura requisitoria che si è chiusa con una richiesta di condanna a 30 anni, già scontata per la scelta del rito abbreviato. Per la pubblica accusa Dario Cellino, attualmente ricoverato agli arresti domiciliari in una casa di riposo della provincia di Asti, non merita neppure le attenuanti generiche.
Sussiste pienamente, per il pm, l’accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi.
Tema ribadito dalle parti civili sostenute dagli avvocati Alberto Bazzano per moglie, figli e genitori e dall’avvocato Silvia Merlino per la sorella.
Aveva organizzato tutto
Cellino aveva organizzato tutto per quella tragica mattinata: aveva rispolverato il fucile che teneva in casa, lo aveva caricato con una “palla franca” di quelle devastanti che si utilizzano nella caccia al cinghiale, si era appostato al primo piano della casa dalla finestra sulla strada e quando ha visto arrivare il geometra non ha esitato a sparargli centrandolo in pieno dalla parte del cuore. Per Massano sono stati terribili gli ultimi minuti di vita in attesa dell’arrivo dei soccorsi; neppure la disperata corsa in ospedale è servita a salvargli la vita perchè il tipo di colpo usato ha portato una tale devastazione degli organi interni da non dare alcuna speranza al malcapitato.
I risarcimenti danni richiesti
L’avvocato Bazzano per la moglie, i figli e i genitori ha chiesto un risarcimento da quantificare in non meno di 2 milioni e 300 mila euro; per la sorella la richiesta avanzata dall’avvocato Merlino è di un risarcimento di 100 mila euro.
L’udienza è stata aggiornata al 23 settembre quando a parlare sarà l’avvocato difensore di Cellino. Per la stessa giornata è attesa la sentenza della dottoressa Di Naro.
2 risposte
quant’è ridicola la giustizia italiana, chiedono trent’anni per un uomo di 92 anni, che anche se sarà condannato comunque per motivi di età non andrà in carcere, udienza rinviata al 23 settembre che manco si sa se l’imputato ci arriverà, richieste di risarcimento di 2 milioni di euro che si sa già che nessuno potrà mai pagare… tutta roba per far spendere soldi allo Stato e distrarlo da cose più importanti da fare, come se la giustizia non fosse già abbastanza ingolfata e non avesse casi arretrati da mandare avanti
Secondo lei quindi sig. Gabriele cosa bisognerebbe fare, dargli una pacca sulle spalle solo perché novantenne e dirgli bravo. Distrarre lo Stato da cose più importanti lei dice…. chissà se la penserebbe così se la vittima fosse stata un suo famigliare. Secondo me ridicolo è il suo intervento.