Esattamente un anno fa i vertici dell’Atc Sud Piemonte con l’assessore regionale Caucino erano in visita ad uno dei condomini “dei tetti blu” di via Madre Teresa di Calcutta promettendo investimenti per la ristrutturazione.
Un anno dopo nulla è cambiato. Anzi è pure un po’ peggiorato.
Quando venne l’assessore Caucino, i garage al piano -1 erano stati chiusi da pochi giorni, resi inagibili dall’acqua che entrava ad ogni pioggia e temporale ed aveva ammalorato e fatto marcire tutto quanto era custodito nelle cantine.
Ad un anno di distanza i garage continuano a rimanere chiusi ed inagibili; sono stati sistemati dei new jersey di cemento all’ingresso delle rampe e si possono raggiungere solo a piedi, dalle scale interne.
Ma non è l’unico problema del condominio.
A farcene l’elenco è un gruppo di donne, di età, etnie, esperienze, condizioni famigliari e di salute molto diverse le une dalle altre. Ma legate dalla solidarietà e dalla comune condizione di “presidio” del condominio. “Momo”, Assunta, Vincenza, Isabella, Fathbarda, Filomena: sono loro a tenere la “contabilità” dei difetti di un condominio che avrebbe bisogno di una ristrutturazione.
«Queste case sono costruite sull’acqua – dicono – ogni volta che piove ne entra e ne spunta dappertutto. Uno di noi è scivolato sulle scale invase dal fango e ha battuto la testa. Adesso cominciamo ad avere anche paura per la stabilità stessa della struttura, visto che notiamo continuamente degli assestamenti dei muri, con porte che non si chiudono più le crepe nuove ogni giorno.
E poi quell’umidità diffusa che sale fino ai secondi piani. «Abbiamo le pareti sempre ammuffite e dobbiamo continuamente pulirle e ritinteggiarle» raccontano.
Al gruppo di donne si aggiunge anche Rafael che conferma il pavimento che si gonfia, le porte che no si chiudono più; lui che abita nell’alloggio sopra quello andato a fuoco (e ad oggi ancora chiuso e fermo come quando i Vigili hanno spento le fiamme) ed è stato senza bagno per due mesi e ancora ha i muri anneriti. Così come lo sono quelli degli alloggi accanto a quello inagibile.
Ma a far paura è anche l’impianto elettrico: «Due mesi fa è andato a fuoco l’alloggio vicino al mio – spiega Momo che per ragioni di salute è una delle assegnatarie degli appartamenti per disabili al piano del cortile – Ci hanno detto che è stato a causa di un corto circuito. Da allora sono saltate tutte le luci delle parti comuni. Non funzionano più, di sera è tutto al buio per rientrare a casa. Ma non solo – prosegue – sempre più spesso dobbiamo far correre i vigili a causa di contatori della luce che fanno scintille o iniziano a fumare». I contatori della luce sono posizionati proprio sotto la prima rampa di scale che porta ai garage, senza protezione dalla pioggia. A protegerli dai ladri di energia elettrica ci hanno provato con una spessa grata chiusa con dei lucchetti che, però, regolarmente vengono fatti saltare per far partire fili volanti che vanno ad alimentare case diverse da quelle assegnate ad ogni contatore.
«Un giorno o l’altro uno dei contatori va a fuoco e bruciamo tutti» dicono spaventate le donne.
E poi c’è Filomena, con un viso sorridente, la pelle di pesca di una ventenne che però di anni ne ha quattro volte tanto. E’ vedova, vive da sola e da 9 anni aspetta che aggiustino l’ascensore: «L’amministratore ha detto che non ci sono i soldi e così io mi porto su la spesa a piedi, due rampe di scale, ma non so fino a quando ci riuscirò». Proprio lei che è caduta in casa qualche giorno fa peggiorando il disagio di dover fare le scale senza ascensore.
Non va bene neppure al piano terra: «Le piastrelle del terrazzino si staccano sempre e per chi deve spostarsi con degli ausili, tipo girello, sedia a rotelle o anche solo bastone e stampelle, è un disastro» ribadisce Monica “Momo”.
Calcinacci che si staccano dai piani superiori, blatte, topi, l’erba alta he viene tagliata da qualche anima buona del condominio, le pulizie idem: tutti segnali di una manutenzione chiesta, promessa ma mai ottenuta.