Le posizioni degli astigiani
Rimborsopoli, la storia infinita.
Parliamo dell’inchiesta della Procura di Torino, divisa in due filoni, sulle richieste di rimborso delle spese di rappresentanza istituzionale e politica presentate ed ottenute dai consiglieri regionali dagli anni 2008 in avanti.
Un’inchiesta che aveva travolto nomi illustri come quelli dell’ex presidente della Regione Roberto Cota e di quello attuale Alberto Cirio quando ancora ricopriva il solo incarico di consigliere.
Archiviazione per Angela Motta
E’ di due giorni fa la notizia che il nostro attuale Governatore è definitivamente fuori dall’inchiesta Rimborsopoli bis: per lui (e per altri colleghi consiglieri), lo stesso pm aveva chiesto l’archiviazione che è stata accettata e ratificata dal gip.
Fra gli “archiviati” anche un ex consigliere astigiano, Angela Motta che commenta così la decisione del giudice: «Sono felice che sia stata riconosciuta la correttezza del mio operato e l’ammissibilità delle spese sostenute sempre e solo per motivi istituzionali e mai per uso personale. D’altra parte ho sempre avuto piena fiducia nell’operato della Magistratura».
A giudizio Mariangela Cotto e Luca Robotti
Sorte diversa quella invece capitata ad altri due consiglieri regionali astigiani del periodo 2008-2010: Mariangela Cotto e Luca Robotti.
Per entrambi, infatti, è stata fatta richiesta di rinvio a giudizio che è stata accolta: per loro e per altri 18 ex consiglieri la prima udienza si terrà il 28 ottobre, a Torino.
«Conto di poter dimostrare di aver agito sempre secondo legge e nei limiti di quanto prescritto – commenta Marinagela Cotto – Ammetto che sarà difficile, a distanza di oltre 10 anni, ricostruire fatti e presenze nel dettaglio, ma sono sicura che per me parlerà una fitta rassegna stampa delle mie attività istituzionali dell’epoca».
Attesa la Cassazione per Rosanna Valle
Anche un’altra consigliera regionale astigiana era finita nelle maglie di Rimborsopoli, si tratta di Rosanna Valle.
Per lei il processo è però ad uno stadio molto avanzato.
L’ex consigliere, infatti, era stata assolta in primo grado ma condannata dai giudici d’Appello a 2 anni e 4 mesi prevalentemente per spese legate a cene e pranzi con molti invitati.
In un primo momento, pur continuando a sostenere di aver chiesto rimborsi per attività che erano previste dal regolamento, la Valle non aveva immediatamente annunciato ricorso in Cassazione.
Ricorso che invece ha subito un’accelerazione a causa dell’entrata in vigore del decreto approvato nel dicembre del 2018 dal nuovo Governo ribattezzato “Spazzacorrotti”. Secondo queste nuove norme, per condanne superiori ai 2 anni per fatti legati alla trasparenza nei finanziamenti ai partiti, viene meno la sospensione della pena e il condannato rischia il carcere. Per questo ora viene attesa con molta ansia la sentenza della Suprema Corte.