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Astimusica pubblico 2022
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Astimusica, oltre 17mila spettatori in piazza Cattedrale

L’assessore comunale alla Cultura Paride Candelaresi: «La 25esima edizione appena conclusa è un punto fermo, da cui partire per ragionare su possibili modifiche»

«I primi 25 anni di Astimusica rappresentano un’occasione per riflettere sul futuro del festival. Decidendo, ad esempio, se accorciarne la durata o modificarne l’assetto, per esempio mettendo ordine tra i due filoni che lo caratterizzano da alcuni anni: i concerti di artisti noti a livello nazionale e le serate che vedono protagonisti musicisti astigiani».
Sono le parole del neo assessore comunale alla Cultura Paride Candelaresi a poche ore dalla chiusura dell’edizione 2022, la 25esima appunto, svoltasi dal 7 al 17 luglio con anteprima il 5 luglio. Organizzata dal Comune di Asti in collaborazione con Monferrato On Stage, Wake Up e le associazioni Abbracciamoci e Futura (sponsor ufficiali Iren, Asp, Banca di Asti e Fondazione Cassa di Risparmio di Asti), ha la direzione artistica di Massimo Cotto.
Abbiamo posto all’assessore alcune domande per tracciare un bilancio della rassegna con riferimento ad alcune idee sul futuro.
L’edizione appena terminata è stata la sua prima Astimusica da assessore…
Sì, un passaggio significativo per uno come me che ha sempre vissuto la rassegna. Prima come spettatore e poi, dal 2017, come consigliere comunale, quando ho potuto conoscere anche gli schemi organizzativi che ne sono alla base. In ogni caso, per me ha sempre rappresentato il “cuore” dell’estate astigiana. Ancora oggi, infatti, ricordo con affetto alcuni dei concerti più belli della mia vita: quello di Elisa, nel 2001, con i suoi due primi potentissimi dischi e, quello di Carmen Consoli, nel 2004, che aveva reinterpretato i classici del blues e del rock.
Cosa le è piaciuto in particolare di questa edizione?
Tendenzialmente mi è piaciuto tutto. Aggiungo che, come ogni anno, mi ha affascinato l’iconica scritta della manifestazione sulla Cattedrale.
Cosa, invece, non ha apprezzato?
Il comportamento di alcuni spettatori dei concerti dei rapper Rhove e Rondodasosa, che hanno suscitato lamentele da chi abita nei dintorni. Lo devo dire perché come Amministrazione comunale dobbiamo preservare il benessere di tutti.
A questo proposito ne approfitto, indipendentemente da questi episodi, per ringraziare moltissimo i residenti nelle zone limitrofe a piazza Cattedrale, che hanno rinunciato ad un pezzetto della loro libertà per il bene del festival.

Le novità

Quest’anno dal punto di vista logistico ci sono state alcune novità: la sistemazione del palco a ridosso della sede di Confartigianato, quindi sul lato opposto a quello in cui era stato collocato negli ultimi anni, e l’assenza della collocazione del parquet. Quali i motivi di queste decisioni?
Mi sono informato anche io, dato che sono decisioni assunte prima che fossi nominato assessore. Ho saputo che sono dovute ad una esigenza di risparmio, collegata però ad altre considerazioni. Nel caso del palco, per fare in modo che fosse più protetto dai caseggiati limitrofi, soprattutto in caso di eventuale maltempo. Nel secondo, per evitare il rischio di parziali cedimenti del pavimento in legno a causa del peso. Ragion per cui è stata collocata la sabbia per livellare il ciottolato in modo da poter collocare le sedie senza problemi.
In alcuni casi l’acustica, lontano dal palco, non è stata delle migliori…
Sicuramente l’amplificazione del suono in piazza Cattedrale non è perfetta, soprattutto quando la piazza non è piena, in quanto si tratta di un ambiente aperto. Comunque questo fattore non compromette il buon esito dei concerti e, peraltro, è un fattore che accomuna tutti i concerti che si svolgono nelle piazze.

I “numeri” dell’edizione 2022

Può fornirci i primi “numeri” di questa edizione?
Le presenze, tra concerti a pagamento ed eventi gratuiti, sono state oltre 17mila. Nello specifico aggiungo che Rhove ha riunito 1.200 spettatori, Gianluca Grignani 1.000, Rondodasosa 1.400, Piero Cotto e Beatrice Pasquali 2.000, la serata Asti God’s Talent organizzata dalla Diocesi 2.500, Pucci e Zurawski band 1.700, BNKR 44 700, Cristiano Godano 500, Fabrizio Moro e Matteo Romano 1.500, Cristicchi & Amara 600, Ermal Meta 2.000, la serata Asti on Stage con band locali 2.000.
In generale, quindi, un numero totale in flessione rispetto al 2019, l’ultima edizione prima della pandemia, quando si erano superate le 20mila presenze…
Sì, ma una flessione leggera, inferiore rispetto alle attese, dovuta ai periodi di restrizioni legati alla pandemia che stanno determinando due atteggiamenti contrastanti. Da una parte la voglia, soprattutto dei giovani, di vivere i concerti; dall’altra una certa perdita d’abitudine, per il pubblico di festival come il nostro, di prendere parte a serate dal vivo.
Tengo a precisare, comunque, che questi “numeri” non inficiano per nulla la qualità delle scelte artistiche.

I ragionamenti sul futuro

Quali ragionamenti le suscitano questi dati?
La considerazione che traggo “a caldo” è che le serate che hanno visto protagonisti realtà o artisti astigiani, peraltro ad ingresso gratuito, sono andate molto bene. In generale, poi, penso che i 25 anni del festival rappresentino un punto fermo da cui partire anche per eventuali e possibili cambiamenti. Ad esempio, si potrebbe pensare ad un calendario più ristretto, magari di 7 giorni, oppure ad un cartellone che metta maggiormente in ordine i due filoni che caratterizzano da alcuni anni la rassegna. Per esempio, proponendo una “no stop” di alcuni giorni con gli artisti di caratura nazionale e poi gli eventi dei musicisti astigiani.
Abbiamo un anno di tempo per ragionare: personalmente sono aperto alle diverse opzioni.
In occasione della presentazione dell’edizione 2022, nei mesi scorsi, il direttore artistico ha detto che non proseguirà nel suo incarico…
Innanzitutto devo ringraziarlo per l’impegno, la professionalità e la genialità del suo lavoro. Non è stato l’unico direttore artistico della rassegna, ma è comunque la persona che ne rappresenta “il cuore”. Ho già provato a convincerlo a continuare. In caso contrario, sarà un ulteriore elemento di ragionamento sul futuro.

Photogallery a cura di Agostino Santangelo e Mariagrazia Billi

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