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Attualità

Nizza Monferrato: il cardo gobbo plastic free viaggerà solo più dentro il cartone

Nuovo imballaggio completamente riciclabile per il presidio Slow Food che raccoglie 16 coltivatori. Impegnati a difendere dalle imitazioni il loro “eroico” lavoro nell’orto

Il Cardo Gobbo presidio Slow Food

Una novità nel “vestito” del Cardo Gobbo di Nizza che allo stesso tempo riesce a combattere i tanti tentativi di imitazione e ad andare incontro ad una nuova sensibilità ambientale diffusa.
Sono arrivate da pochi giorni al Consorzio Cardo Gobbo di Nizza, Presidio Slow Food, le nuove cassette che saranno utilizzate già a partire da questa stagione, per esporre, vendere e spedire lo straordinario ortaggio degli orti di Nizza e dei Comuni limitrofi.

Fra ambiente e disciplinare severo

Sui fianchi vi è l’inconfondibile logo del presidio Slow Food con il nome del cardo gobbo, la sua storia e un qr code che rimanda al sito del Consorzio di Tutela dove è riportato il severo disciplinare di coltivazione. Tanto per far comprendere a tutti la differenza con cardi spacciati per “gobbi di Nizza” che però tali non sono.

Addio alla cassettina di plastica

Fino all’anno scorso i cardi gobbi erano presentati in comuni cassettine di plastica (quelle che si trovano a montagne alla fine dei mercati in piazza) spesso avvolti anche in un film di nylon.
Da un’idea del vice presidente del Consorzio Piercarlo Albertazzi (presidente è Mauro Damerio mentre Vittorio Quaglia è il referente dei produttori) e di sua figlia, quest’anno si è passati ad una cassetta di cartone ecologica e personalizzata. Un bel passo avanti verso un imballaggio completamente plastic free che rispecchia in pieno anche lo spirito con il quale i produttori di cardo gobbo, quasi eroici, ogni anno affrontano una delle produzioni orticole più complesse.

Gli “angeli dell’orto” si difendono dalle imitazioni

La coltivazione rigorosamente biologica come da disciplinare, la legatura, l’interramento, la raccolta, la pulizia e il confezionamento sono operazioni fatte tutte rigorosamente a mano e impegnano gli “angeli custodi” del cardo gobbo per molto tempo in ogni condizione meteorologica. Alla fine, a fare la differenza è il gusto nel piatto: dolce e croccante l’originale, amaro e filaccioso l’imitazione ottenuta semplicemente con la copertura dei cardi con teli che impediscono il passaggio della luce. Sulle bancarelle, invece, la differenza la fa la “gobba” e la fascetta di riconoscimento del presidio Slow Food.

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