La prima foto che vede quando apre la galleria del suo cellulare è quella di una tristissima scrivania con tre monitor accesi sopra e il muro subito dietro. «Vedi? Questo è stato il mio ufficio per tanti anni. Ora il mio ufficio è questo: verde, fiori, colline a perdita d’occhio, cielo azzurro. Questa foto la guardo ogni giorno per ricordare a me stessa che sto vivendo il sogno della mia vita».
Dopo queste parole, a poco serve sottolineare l’entusiasmo che ha condotto Arlene Cintron, una donna americana, nata in Ohio e cresciuta in Texas, ad abbandonare tutto alla soglia dei 50 anni per trasferirsi definitivamente alle porte di Asti dove conduce il B&B La Casa Celeste per ospitare ospiti stranieri.
Per una vita ha fatto la web designer (e quei tre monitor servivano proprio a creare le immagini e le impaginazioni del mondo virtuale) ma sentiva che quel muro sul quale per tutto il giorno si perdeva il suo sguardo non avrebbe mai potuto dare emozioni.
La svolta è avvenuta quando, nel 2008, è venuta in vacanza in Italia visitando i posti più noti agli americani: Venezia, Toscana, Cinqueterre. «Quando dal treno sono scesa per una tappa a Sestri Levante – racconta Arlene – e ho visto quel mare mi sono detta che era lì che avrei voluto vivere».
Tornata in America, per i successivi dieci anni ha lavorato e risparmiato fino a mettere insieme i soldi necessari per il suo grande sogno. E nel 2018 ha deciso che era il momento giusto.
«Ma non volevo continuare a fare la web designer, volevo un lavoro che mi facesse apprezzare l’essere in Italia – dice Arlene – Nella scelta l’hanno aiutata tanto il padre Stanimir (o Stan come lo chiamavano in Texas) e la madre Halina (il padre di origini serbe, la madre polacca). «Volevo aprire un bar e loro mi hanno sconsigliata perché sapevano che sarebbe stato quasi impossibile accontentare gli italiani in fatto di caffè e anche l’idea di un negozio di fiori è stata cassata dai miei genitori. Poi, sul web, ho trovato il B&B di Casabianca, La Casa Celeste e i miei genitori, conoscendo la mia passione per l’arredamento e il senso estetico delle case (e delle cose) mi hanno detto che era il posto giusto per me».
E così, senza pensarci troppo su, Arlene acquista il B&B che era stato creato da una residente del posto poi rivenduto a due soci cinesi dai quali l’ha rilevato l’imprenditrice americana.
Mentre ancora lo stava arredando e rimettendo a posto, è scoppiata la pandemia Covid.
«Ho usato il tempo del lockdown per fare i lavori – dice Arlene – Io so fare molte cose di manutenzione, imparate da mio padre e così ho avuto tempo anche di scegliere i pezzi di arredamento, i tendaggi, i quadri, le lampade». Un lavoro meticoloso che ha trasformato la struttura che oggi sembra una bomboniera di 6 camere ognuna arredata con stile diverso e indicata con nomi di città piemontesi conosciute dagli americanii: Asti, Alba, Vercelli, Mondovì, Barolo e Barbaresco.
La sua abilità nel muoversi sul web per presentare la sua attività e in pochi mesi, dopo la ripresa dei viaggi, La Casa Celeste è decollata.
Prenotazioni continue cui Arlene sta dietro occupandosi da sola di tutto.
E si scopre che Asti, insieme al Monferrato, è una meta trendy per i suoi connazionali americani.
«Asti è in una posizione strategica ottima – spiega Arlene – perché a meno di 2 ore di auto (che per un americano è una sciocchezza) sono ad Alba, a Torino, a Genova potendo usufruire di cultura, musei, laghi, mare, montagne e tornare in mezzo alle colline. Ma quello che attira più di tutti in queste zone sono il cibo, i vini e i tartufi. Gli americani vanno pazzi per il vino che si produce qui e quando, finita la vacanza tornano a casa, riempiono le valigie di bottiglie».
Ad attirare i turisti stranieri sono però anche altre due caratteristiche: il silenzio e il verde di cui si gode a 360 gradi.
Oltre al paesaggio, cosa ha convinto Arlene a restare ad Asti?
«Qui avete mantenuto rapporti sociali e umani impensabili nelle grandi città – spiega – Io non parlo quasi nulla di italiano eppure ho sempre trovato persone che si facevano in quattro per farsi capire da me e aiutarmi in quello che mi serviva. Ora mi chiamano “la signora americana” e già il solo fatto che tante persone sconosciute mi riconoscano mi commuove ogni volta. Sono così felice di essere “la signora americana” perché significa che faccio parte di questa comunità, non sono solo un numero come accade nelle metropoli. In una città come Asti ci sono scuole, uffici pubblici, negozi, ospedale a poche centinaia di metri l’uno dall’altro ed è una cosa meravigliosa per chi è abituato a passare molte ore della sua giornata solo negli spostamenti. Una città a misura d’uomo».
Tutto perfetto? «C’è un’unica cosa che mi fa impazzire, ed è la burocrazia italiana. Io ho un’attività e per avere tutti i documenti a posto ho dovuto chiedere aiuto ad alcuni amici perché non riuscivo a capirci nulla. Neppure per pagare le tasse. Da noi in America sono un argomento molto serio e per me è un dovere versarle allo Stato, visto che mi sento molto bene assistita, ma è complicatissimo».
“La signora americana” guarda ogni giorno le colline astigiane con gli occhi della meraviglia e si rende conto di vivere il suo sogno italiano.
Che condivide con molti suoi connazionali di origine anche grazie ad un gruppo Facebook da lei amministrato Asti & Monferrato Expats.
«Sarà perché molti americani hanno origini italiane, sarà perché dal punto di vista economico per noi è conveniente vivere qui, ma l’Italia è uno dei Paesi più amati dagli americani, appartiene davvero ai sogni più belli e tanti americani, quando vanno in pensione, scelgono di trasferirsi qui. Oppure, se più giovani, scelgono l’Italia e, nello specifico il B&B di Arlene per fare una proposta di matrimonio indimenticabile…
Impennata di acquisti di case monferrine
da parte di americani
Ad ulteriore conferma di quanto la zona di Asti e del Monferrato sia entrata nel circuito di preferenze degli americani, arrivano le dichiarazioni di Domenico Sapino, socio di Asti Immobiliare, agenzia di intermediazione. Mentre fino a qualche anno fa mai si era visto un americano cercare casa nelle nostre zone, ora sono molti che si affacciano al mercato immobiliare astigiano e, nel giro di qualche settimana, sono state concluse diverse vendite. Non vengono ricercate grandi cascine magari già pronte ma case di più contenute dimensioni e meglio se da ristrutturare. Niente ville anni Settanta, ma case vecchie o porzioni di esse subito abitabili e con un progetto di recupero a più lungo respiro. «I clienti americani per i quali abbiamo concluso l’acquisto hanno scelto la nostra zona perché intendono trasferirsi qui una volta in pensione. Per ora la usano come seconda casa e mano a mano intendono ristrutturarla. Ne abbiamo vendute sulle colline del Monferrato ma anche Asti è nel radar dei compratori americani». Un’altra vendita, infatti, è andata a buon segno ed ha riguardato un appartamento storico della città.
Una risposta
I liked your story, I wish one day I’ll come around your B&B.
Love Filomena