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Economia
Commercio

Alfio Tomasello: «Lascio con il rammarico dopo 60 anni di lavoro»

Il 31 luglio ha terminato l’attività la ditta “Eurofrutta 2000” che fino al 2015 aveva fatto parte del mercato ortofrutticolo di piazza Saragat

«Ho cominciato nel 1962, quando si vendeva in piazza Campo del Palio, che allora non era nemmeno asfaltata. Ora, a 82 anni, lascio l’attività, con il rammarico di non aver trovato nessuno intenzionato a continuare il mio lavoro».
Con la voce rotta dalla commozione Alfio Tomasello, titolare di una delle ditte di commercio all’ ingrosso che aveva animato dal 1971 al 2015 il mercato ortofrutticolo di piazza Saragat, parla della sua attività giunta al capolinea. Il 31 luglio ha infatti chiuso i battenti la ditta Eurofrutta 2000, che dal 2015 era ospitata negli ultimi capannoni di proprietà del Comune rimasti dopo la trasformazione dell’area in polo commerciale della grande distribuzione (capannoni dove, comunque, continuano a vendere i coltivatori il mercoledì e il sabato).

Gli inizi

La sua è una storia di dedizione e passione per il lavoro cominciata appunto 60 anni fa, dopo il congedo dal servizio militare. «Figlio di contadini e originario della Sicilia – ricorda – ho deciso di lavorare nel settore che conoscevo fin da bambino. Così ho fondato la ditta “Vanzino e Tomasello” con il mio socio Giovanni Vanzino. Poi, dopo cinque anni, ci siamo divisi, e nel 1967 ho aperto la ditta “La reginetta”, diventata nel 1995 “Eurofrutta 2000”».
All’inizio il mercato ortofrutticolo all’ingrosso si svolgeva in piazza Campo del Palio. «Avevo il magazzino a San Fedele, distaccato dalla cella frigorifera, e vendevo, come si usava a quei tempi, frutta e verdura di stagione. Per fare un esempio, pomodori e peperoni terminavano a novembre, per cui fino al giugno successivo non si potevano reperire in alcun modo. Non come ora, quando a tavola si possono proporre frutta e verdura di qualsiasi tipo perché provenienti da tutto il mondo».
Tomasello ha anche portato una novità nel mercato astigiano. «Sono stato il primo – puntualizza – a proporre le arance, che facevo arrivare dalla Sicilia insieme ai limoni».
«In tutti questi anni – prosegue – ho venduto ad Asti, comprando ai mercati di Milano, Bologna e Torino, per poi limitarmi solo a quest’ultima città. Ho sempre proposto ai clienti prodotti italiani, dalle mele provenienti dal Trentino ai meloni di Mantova, ad eccezione delle angurie che facevo arrivare anche dalla Grecia attraverso un mediatore».

Il lavoro

In questi lunghi anni Tomasello si è dedicato con dedizione al lavoro, seguendo orari molto faticosi. «Mi sono sempre alzato tra l’1.30 e le 2 del mattino cinque giorni a settimana – spiega – in modo da raggiungere i mercati e tornare in tempo per vendere fino a mezzogiorno e poi nel pomeriggio. I miei clienti erano venditori ambulanti, negozianti, pizzaioli, ristoratori e titolari di supermercati, oltre ai privati che potevano venire a fare acquisti in una fascia oraria loro dedicata al mattino. Ho sempre garantito l’orario pomeridiano per andare incontro alle esigenze degli ambulanti, che potevano rifornirsi dopo aver terminato la vendita, nel primo pomeriggio, ed essere pronti per il mattino successivo. Comunque questi ritmi non mi sono mai pesati, perché sono sempre stato appassionato del mio lavoro».

La chiusura del mercato ortofrutticolo

Tomasello ricorda invece con dispiacere la chiusura del mercato di piazza Saragat. «Era stato aperto nel 1971 – racconta – e ben presto era diventato un fiore all’occhiello della città. A lavorare eravamo circa 18 ditte: era molto ben organizzato e dotato di un servizio di vigilanza. Attiravamo clienti da La Spezia, Genova, Savona e Alessandria. Personalmente, come componente della commissione del mercato, mi sono battuto con tutte le mie forze affinché non chiudesse. Purtroppo non è servito a nulla. E pensare che l’Astigiano è una provincia agricola. Come ho suggerito più volte alle Amministrazioni comunali che si sono succedute negli anni, il mercato doveva essere semplicemente valorizzato, puntando sui prodotti di punta della nostra provincia: dal peperone di Motta al cardo gobbo di Nizza Monferrato, dalle mele di San Marzano all’asparago di Vinchio. Peccato che nessuno mi abbia ascoltato».

Gli ultimi anni

Dalla chiusura del mercato ortofrutticolo l’attività si è ridotta notevolmente, ma Tomasello ha comunque continuato la compravendita coadiuvato dai due soci (la moglie Antonietta Ardizzone e il cognato Salvatore Ardizzone) e da quattro dipendenti. «Sono orgoglioso del lavoro svolto e del rapporto di affetto e amicizia instaurato con i clienti – conclude – ma mi dispiace molto di non aver trovato nessuno intenzionato a continuare l’attività. Ho cercato per quattro anni chi potesse sostituirmi, spargendo la voce tra commercianti ambulanti e dipendenti del settore. Ma non ho trovato nessuno. E mi spiace non a livello personale, ma per i cittadini astigiani che perdono un’occasione di trovare prodotti a chilometri zero».

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