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Attualità

Telethon e i banchetti dove si può regalare la ricerca

Anche Asti partecipa alla grande maratona di solidarietà

In Asti e provincia coinvolti 34 Comuni

Asti e altri 34 Comuni della sua provincia sono pronti a fare la loro parte per contribuire alla grande maratona Telethon che il prossimo week end darà a tutti l’opportunità di contribuire alla ricerca sulle malattie rare.
Un grande evento di solidarietà collettiva che, come tante gocce, riescono a formare un fiume che può cambiare la vita ai malati.
Come dimostra Eleonora Zollo, presidente del Comitato Telethon di Asti, affetta da atrofia muscolare spinale la quale da un anno si sottopone ad una nuova terapia messa a punto proprio con le ricerche finanziate da Telethon: «Non solo non sono peggiorata – ha detto – ha ho tastato anche alcuni miglioramenti con il recupero di funzioni che erano andate perdute. Io sono l’esempio dell’utilità della ricerca e del fatto che ogni centesimo raccolto con Telethon viene speso per trovare cure e terapie per i malati».

I gadget golosi e “buoni”

Impossibile elencare tutte le occasioni in cui si può contribuire alla causa Telethon. Oltre alla maratona televisiva, sono decine i banchetti allestiti dai volontari prevalentemente davanti alle chiese e sulle principali piazze dei paesi dove saranno in vendita gli ormai attesi cuori in cioccolato fondente, al latte, al latte più biscotti e poi ancora i gadgets per fare regali di Natale “buoni” per davvero come tazze, candele, sciarpe, sacchettini di dolciumi.
Oltre alle autorità cittadine, alla presentazione dei banchetti e degli eventi Telethon di Asti era presente anche la professoressa Antonia Follenzi, docente di Istologia all’Università del Piemonte Orientale, direttrice di numerosi progetti di ricerca sull’emofilia.

Ricerca in atto per emofiliaci

La dottoressa Follenzi e la sua équipe hanno ottenuto da Fondazione Telethon i finanziamenti per un secondo progetto che intende mettere a punto una terapia genica in grado di migliorare la qualità della vita agli emofiliaci.
«Gli emofiliaci – ha spiegato – non solo hanno problemi di coagulazione, ma sono anche più grafici, più fragili, soffrono di dolori alle articolazioni e vivono con un rischio costante di sanguinamenti spontanei, anche cerebrali con tutte le gravi conseguenze connesse. Le ricerche condotte fino a qui dal nostro gruppo ha consentito di scoprire che il cosiddetto Fattore VIII dipende dalle cellule endoteliali, quelle che ricoprono i vasi sanguigni. Ci mancano ancora tanti tasselli, ma contiamo sui fondi Telethon per portare avanti i nostri studi».
E allora mano al portafoglio e ognuno per le sue capacità diamo gambe alla ricerca.

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