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Attualità

Asti, in ospedale una “stanza del silenzio” per pregare o anche solo per fermarsi a pensare

Inaugurata di fianco alla camera mortuaria. Aperta tutti i giorni dalle 8 alle 16

Dove era prevista la chiesa dell’ospedale

«C’è bisogno di silenzio, c’è bisogno di ascoltare». Comincia così il primo messaggio lasciato sul libro degli ospiti appoggiato al tavolino che campeggia in mezzo al grande locale che si trova a fianco della camera mortuaria dell’ospedale di Asti inaugurato nei giorni scorsi come “stanza del silenzio”.
Un luogo inizialmente destinato alla chiesa dell’ospedale e oggi trasformato in un’isola dedicata alla meditazione e alla preghiera di ogni tipo di fede e di orientamento religioso. Ma un luogo che può ugualmente essere frequentato da chi è ateo in un momento difficile seguito al decesso di una persona cara o alla notizia di una diagnosi “pesante”. Ed è aperto anche a chi, fra il personale sanitario e paramedico dell’ospedale, avesse bisogno di un’oasi di pace in cui raccogliere le idee.

Nessun simbolo religioso

Volutamente non sono stati apposti simboli di alcuna religione; l’unico “strappo” alla regola è il posizionamento di alcuni tappeti arrotolati e di una bussola che indichi la direzione della Mecca per i frequentatori di fede musulmana.
«Uno spazio dedicato allo spirito che ispira a due riflessioni – ha commentato il commissario dell’Asl Giovanni Messori Ioli – È luogo di cultura, conoscenza e rispetto reciproco: come diceva Kant, proprio quella conoscenza che nasce dal confronto sereno e continuo. È luogo di silenzio, quel silenzio che è vera e propria metafora di comunicazione universale. Un linguaggio che accomuna e unisce ogni cultura».
La stanza del silenzio sarà aperta tutti i giorni della settimana dalle 8 alle 16 e tutti i frequentatori sono tenuti al rispetto di un regolamento che è stato sottoscritto venerdì scorso dai rappresentanti delle principali religioni.

Chi ha firmato l’accordo con l’Asl

Erano presenti Gilberto Bosco, delegato al culto e al dialogo interreligioso della Comunità Ebraica di Torino; Imam Abdrssamad Latfaoui, guida spirituale delle Moschee di Asti; Mamadou Seck, Comunità islamica senegalese di Asti e provincia; Mohamed Ait Youssef, Moschea di Via Balbo, Mounir Jaidi, Moschea di Corso Casale; Padre Marius Lucian Trifina, Chiesa Ortodossa astigiana; Pastore Adino Genta, Chiesa Cristiana Evangelica; Pastore Vincenzo Martucci, Chiesa Evangelica Assemblee di Dio in Italia; Pastore Samuele Barletta, Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno di Asti e Alessandria. Presente anche Don Carlo Pertusati, Delegato della Diocesi di Asti per l’ecumenismo ed il dialogo interreligioso.

Guide spirituali ma anche mediatori culturali

La Stanza del Silenzio dell’ospedale di Asti rientra in un più ampio progetto a livello regionale dal titolo “La cura dello spirito” che punta a creare una rete di rappresentanti religiosi a sostegno dei pazienti e del personale sanitario negli ospedali piemontesi.
Mario Caserta, referente del progetto ha spiegato che spesso i rappresentanti religiosi svolgono un ruolo di mediazione culturale fra pazienti e personale sanitario per quanto riguarda le regole sacre sul cibo, sul calendario dei riti, sul digiuno.
«La stanza del silenzio è la concretizzazione di un’idea di unitarietà religiosa – ha spiegato – qui potranno venire tutti e tutti avranno pari diritto. E’ come un albero che non chiede agli uccellini da dove arrivino ma offre loro riposo e ristoro».

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