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Attualità
Settembre Astigiano

Festival delle Sagre, i presidenti delle Pro loco in piazza: «Felici di aver detto di sì e gli altri si sono persi una grande occasione»

Grande soddisfazione per chi ha messo il coraggio ed è andato in piazza e qualche polemica con i locali pubblici

Cucine sotto pressione e staff delle Pro loco che non hanno toccato terra per due giorni. Dietro ad ogni gruppo di volontari un presidente che ha gettato il cuore oltre l’ostacolo e ha accettato questa edizione della “ripartenza” senza sapere cosa aspettarsi nella location nuova, in pochi così in piazza, dopo due anni di pandemia.
E la fortuna aiuta sempre gli audaci.
Sono tutti soddisfatti i presidenti delle 13 Pro loco che hanno cercato di far fronte all’orda di gente in coda davanti ai loro stand.
«Ci abbiamo messo tanto coraggio per essere qui questi due giorni a devo dire che siamo stati premiati – afferma Giovanna Arfinengo di Variglie – Avevamo due piatti che vanno cucinati sul momento e non ci siamo mai fermati. Per il prossimo anno, però, chiederemo di risolvere un problema banale ma molto importante quando si è qui per due giorni a cucinare di continuo: avere una toilette dedicata e non, come quest’anno, in condivisione con altra Pro loco».
Soddisfatto anche Piercarlo Negro che guida lo staff di volontari di Montiglio Monferrato. «Noi abbiamo detto di sì fin dalle prime riunioni, memori del fatto che il Festival delle Sagre ci ha consentito negli anni passati di fare tante cose per i nostri paesi. Oggi la città riconosca che noi Pro loco abbiamo portato tanta ricchezza a bar, ristoranti, osterie, pizzerie visto che, dove non riuscivamo ad arrivare noi a servire tutti, migliaia di persone si sono rivolte ai locali pubblici della città».
Alla Pro loco di Revignano il presidente Maurizio Cerrato si rende conto della ristrettezza di spazi data da piazza Alfieri e ha parole critiche sulle Pro loco che avrebbero potuto esserci ma hanno preferito l’assenza. «Sarebbero bastate 4 o 5 Pro loco in più e avremmo mantenuto la sede di Campo del Palio dove la gente poteva muoversi con molta più libertà». E polemizza su un aspetto che riguarda i locali della città: «In questi due giorni abbiamo lavorato tutti, noi delle Pro loco e tutti quelli che davano da mangiare in città. Giusto così, però troppi hanno usato il nome “Sagre” per attirare gente servendo però piatti che di tipico astigiano non hanno nulla. Visto che il Festival nasce per diffondere la cucina antica astigiana, o anche i locali pubblici si adeguano e mettono in menù le tipicità sottoponendosi, come noi, ai rigidi controlli della Commissione Cucina della Camera di Commercio, oppure non usino il nome delle Sagre come richiamo».
Parlano addirittura di “sogno” i volontari di Casabianca, guidati dal presidente Francesco Celi.
«Un afflusso così ce lo sognavamo e siamo molto contenti di come è andata. Anche noi abbiamo il problema del mancato ricambio generazionale, però abbiamo fatto gli sforzi necessari per esserci ugualmente e non abbiamo fatto nessuna difficoltà a servire i piatti in tempi ragionevoli senza neppure interrompere la somministrazione fra pranzo e cena di domenica. Piazza Alfieri è bellissima, ma troppo, troppo piccola per i numeri cui le Sagre ci hanno abituato».
Il giovane presidente di Cunico, Luca Bauchiero, durante una piccola pausa per riprendere fiato ammette che non si aspettavano tanta gente ancora così attratta dal Festival delle Sagre. «Ne siamo felicissimi, finalmente una piacevole sorpresa».
E si chiude con le parole di Virginio Oddone, presidente della Pro loco di Mongardino, una delle “storiche” pluripremiate negli anni per sfilata e cucina.
«Anche noi siamo alle prese con una riduzione di volontari, ma ci siamo adeguati e abbiamo fatto con le forze che avevamo ma tutti eravamo convinti che fosse importante esserci. Non posso non riconoscere al sindaco Rasero il suo ruolo decisivo nel volere il festival quest’anno quando tutto sembrava perduto. E grazie a contributi ed economie alla fine abbiamo pagato come iscrizione all’incirca la stessa cifra del 2019. Certo la gente che è arrivata alle nostre casse, come credo a quelle delle altre Pro loco, spende di meno, però ha voglia di fare festa e ha voglia di mantenere questo evento.
Da qui, secondo me, bisogna ripartire per rifondare le Sagre così come si vuole fare per il Palio».
Unanime la risposta di tutti i presidenti interpellati su cosa pensino delle Pro loco assenti pur con sufficienti forze per esserci: «Peggio per loro, si sono perse una grandissima occasione».

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