Sono partiti venerdì alla volta di Battle Mountain, in Nevada, per rincorrere il record mondiale di velocità di veicoli a propulsione umana e in questi giorni hanno già fatto le prime prove di gara con i tre prototipi al seguito in attesa della gara finale della WHPSC (World Human Powered Speed Challenge).
Parliamo del gruppo ciclisti formato dagli astigiani Andrea Gallo, Matilde Vitillo insieme a Martina Stirano e Diego Colombari al seguito dei ragazzi di Policumbent, il team studentesco del Politecnico di Torino formato da circa 60 persone che progettano delle particolarissimi biciclette in grado di raggiungere velocità intorno e oltre i 130 chilometri orari.
L’augurio più entusiasta è arrivato dai colleghi di Arol Spa (che è anche una delle aziende che fornisce la componentistica dei veicoli) di Andrea Gallo, ingegnere dell’azienda: «Nella scorsa edizione Andrea e Taurus si aggiudicarono il secondo posto sul podio mondiale nella categoria maschile raggiungendo i 136,49 chilometri orari e diventando il terzo ciclista più veloce del pianeta. Forza Andrea!».
E’ dal 2016 che il team Policumbent partecipa alla challenge mondiale in Nevada e quest’anno presenterà tre prototipi: Phoenix che è lo sviluppo di Taurus, la prima bicicletta cui ha lavorato il gruppo e che è stata assegnata ad Andrea Gallo. E poi Cerberus, primo prototipo di handbike e TaurusX che è stato studiato per una “pilota” donna.
A guardarli sembrano tutto meno che biciclette tradizionali: intanto perché sono tutte a dorso reclinato e la sofisticata meccanica è racchiusa in quello che sembra un uovo allungato. Una forma aerodinamica che offre la minor superficie possibile all’attrito con l’aria ma, al contempo, consente al ciclista racchiuso dentro di potersi muovere per sviluppare tutta la potenza dei suoi muscoli.
«Le nostre biciclette sono tra i veicoli a propulsione umana più veloci ed efficienti al mondo – dicono da Policumbent –Tuttavia, al di là del mondo accattivante delle competizioni e dei record, il vero obiettivo del nostro team è sottolineare l’importanza del ciclismo come reale opportunità di creare una nuova prospettiva di vivere un territorio, di viaggiare su di esso e, ovviamente, di rispettarlo. Un aumento significativo nell’uso dei veicoli a propulsione umana per la mobilità quotidiana e per il turismo non è un’utopia e attraverso i nostri prototipi cerchiamo di dimostrarlo».
Per la gara mondiale è stata scelta Battle Mountain perché presenta uno dei rettilinei più lungi e regolari del pianeta a 1408 metri sul livello del mare, 5 miglia di strada asfaltata perfettamente.
Le bici-uovo vengono portate alla partenza dove ogni team aiuta i propri ciclisti a partire a spinta per 15 metri. I ciclisti iniziano la loro rincorsa lunga 8 chilometri poi passano attraverso la trappola di velocità, un tratto di strada lungo 200 metri che contiene dei rilevatori laser che calcolano la velocità media tenendo conto delle condizioni del vento.
«Si tratta di una performance fisica davvero dura – spiegano da Policumbent – il rider deve pedalare con forza in uno spazio angusto e con poca aria di ricircolo, spesso vedendo fuori solamente tramite gli schermi collegati a telecamere o attraverso piccoli plexiglass nella carena».
Nell’ultima edizione “in presenza”, nel 2019, Andrea Gallo ha fatto il secondo miglior tempo del mondo e ha stabilità il record italiano con i suoi 136,49 km/h. Con lui una grandissima Vittoria Spada, 23 anni, di Pino Torinese che stabilì il record italiano femminile toccando i 123,88 km/h e piazzandosi, anche lei, al secondo posto mondiale.
Andrea Gallo è il terzo uomo più veloce del pianeta su un veicolo spinto solo dalla forza dei suoi muscoli.
Dunque altissime le aspettative per la challenge 2022 che conta la presenza della campionessa di ciclismo astigiana Matilde Vitillo.