E’ arrivata nella tarda serata di ieri la decisione della Corte di Cassazione sul processo a carico di Mario Novi, 32 anni, accusato dell’omicidio di Salvatore Ghibaudo, il giardiniere di 37 anni ucciso nel giugno del 2016 in un pioppeto alla periferia di Bra: confermata la condanna a 18 anni inflitta dalla Corte d’Appello di Torino.
Il caso era stato seguito dalla Procura della Repubblica di Asti.
L’omicidio era avvenuto in un pioppeto a Bra dove il giovane giardiniere era stato attirato dopo avergli affidato l’incarico di portare lì un’altra persona da lui conosciuta che aveva contratto dei debiti non onorati con Novi.
Il ragazzo si era rifiutato e Novi, preso dalla rabbia, dopo un violento diverbio, lo ha ucciso con tre colpi di pistola in testa.
Con Novi era stato arrestato anche Mauro Regis, pregiudicato di Bra di 22 anni, cui era stato contestata la complicità nell’occultamento della pistola e nella cancellazione delle prove.
In primo grado, in abbreviato, il gip Giannone, ad Asti, aveva condannato Novi a 30 anni e Regis a 19.
A Novi era stata contestata l’aggravante dei futili motivi che è poi caduta in Corte d’Appello con la riduzione a 18 anni; riduzione confermata dalla Cassazione che ha così posto la parola “fine” al processo molto doloroso per la famiglia del giovane giardiniere che si era costituita parte civile con gli avvocati Piermario Morra e Massimo Rosso. Novi invece era difeso dall’avvocato Carla Montarolo
Qualche mese dopo la condanna in primo grado, Regis era stato trovato morto nella sua casa di Bra dove si trovava per scontare un provvedimento che disponeva l’obbligo di firma alla polizia giudiziaria.