Si è aperto questa mattina, al Tribunale di Asti, il processo in Corte d’Assise a carico di Mario Roggero, il gioielliere di 68 anni di Grinzane Cavour che nell’aprile del 2021 sparò contro i tre rapinatori che erano entrati nel suo negozio per portarsi via gieielli e soldi; due morirono sul colpo, un terzo si salvò seppur ferito.
Roggero era presente in aula con il suo avvocato, Davide Bolognesi di Ferrara e il sostituto Nicola Fava del Foro di Asti.
Dietro di loro affollati i banchi delle parti civili: assistiti dagli avvocati Careglio, Mondino, Panza e Caruso erano schierati i parenti dei due rapinatori rimasti uccisi: 12 in tutto fra mogli, figli, sorelle, fratelli, madri. A questi va aggiunto Alessandro Modica, il rapinatore sopravvissuto, attualmente detenuto in carcere proprio per scontare la pena inflitta per quel colpo maledetto finito con la morte dei due complici, assistito dall’avvocato Montarolo.
La Corte d’Assise è presieduta dal dottor Alberto Giannone, presidente della sezione penale del tribunale di Asti con il collega Elio Sparacino a latere e i sei giudici popolari chiamati a sentenziare.
La pubblica accusa è nelle mani del pm Davide Greco, che aveva svolto le indagini fin dal primo momento e ha una conoscenza puntualissima del caso e degli atti eseguiti per arrivare a determinare l’accusa di omicidio volontario nei confronti del gioielliere.
Quello che inizialmente era partito come un caso di legittima difesa da parte di un commerciante che aveva subito l’ennesima, violenta, rapina, si è trasformato in un processo per omicidio dopo l’acquisizione dei filmati di videosorveglianza della gioielleria e di quelle pubbliche che hanno ripreso l’imputato inseguire i rapinatori e sparare loro mentre si trovavano in auto per la fuga.
Oggi si sono tenute le fasi preliminari del processo, con la costituzione delle parti civili, tutte ammesse, la richiesta di prove e le lunghe liste di testimoni presentate dalle parti.
Su queste c’è stata un’obiezione della difesa di Roggero in riferimento a tre testimoni chiamati dal pm riguardanti un episodio del 2005 nel quale l’uomo aveva minacciato con una pistola l’ex fidanzato della figlia e i genitori del ragazzo. Per quell’episodio aveva patteggiato 2 mesi ma per il pm rappresenta un tassello utile a ricostruire la personalità dell’imputato. Se da una parte la difesa ha chiesto che venissero escluse queste testimonianze, dall’altra la Corte ha invece deciso di ammetterle in aula.
Il processo è stato aggiornato al 21 dicembre quando verranno sentiti i testi del pubblico ministero e, soprattutto, verrà trasmesso in aula il video delle telecamere di sorveglianza che rappresentano il drammatico “film” della rapina finita nel sangue.
La difesa ha già depositato perizie psichiatriche a carico di Roggero e punterà sui suoi consulenti per spiegare il gesto del gioielliere che, pochi anni prima, aveva subito una violentissima rapina in negozio.
(Nella foto Mario Roggero, seduto, in una pausa del processo conferisce con gli avvocati e i collaboratori dello studio legale)