Emergono altri dettagli sull’operazione che questa mattina ha impegnato la Guardia di Finanza di Asti insieme a colleghi di altri comandi piemontesi e lombardi in una serie di perquisizioni a carico di famiglie rom con base al campo nomadi di via Guerra.
Intanto si apprende che una parte delle accuse riguarda non solo i roghi di questa estate (sono stati innumerevoli gli interventi dei Vigili del Fuoco negli ultimi anni per domare gli incendi dentro e subito fuori dal campo) ma anche il reato di abbandono di rifiuti pericolosi.
Tradotto: le denunce di raccolta abusiva ed abbandono di rifiuti pericolosi vogliono colpire quel fenomeno ormai senza controllo di recupero di ogni genere di rottame, maceria, carta, materiale elettrico, batterie, penumatici, derrate alimentari scadute, oli esausti, vetro, elettrodomestici guasti, arredamenti che vengono privati delle frazioni recuperabili (prevalentemente ferro) e poi date alle fiamme per distruggere quello che resta. Provocando un gravissimo danno all’ambiente, alla salute di chi abita il campo stesso e di chi lavora nei dintorni e aumentando sensibilmente il pericolo degli immobili circostanti oltre che a mettere a repentaglio la sicurezza dei Vigili del Fuoco che ogni volta devono fare degli interventi “al buio”. Più di una volta, infatti, si sono trovati a dover spegnere incendi e poi trovare sotto il cumulo di ceneri ancora ardenti bombole di acetilene o gpl a rischio scoppio.
Il materiale arrivava in via Guerra corredato da formulari con dati ritenuti fittizi (per origine, contenuto e destinazione).
La Guardia di Finanza ha addebitato la raccolta abusiva e successiva illecita combustione alle ditte che fanno capo agli indagati e una di queste registra un volume d’affari che supera i 2 milioni e mezzo di euro.
Oltre alle perquisizioni al campo rom di via Guerra, perquisizioni sono state fatte a Montiglio Monferrato, Portacomaro, Odalengo Grande (AL), Castelnuovo Calcea, Moncalieri (TO), Villafranca d’Asti, Moncalvo, Robilante (CN), Tortona (AL), Cava Manara (PV), Costigliole d’Asti.
Nel corso delle attività sinora effettuate, sono stati sequestrati due capannoni industriali, 6 aziende, 12 automezzi, per un valore stimato di 3 milioni di euro, una discarica abusiva (circa 60 tonnellate di rifiuti, anche speciali), nonché liquidità e preziosi per circa 20 mila euro.
Nell’elenco di reati ipotizzati a carico di alcuni dei 12 indagati, anche il reato di usura e abusiva attività finanziaria per aver effettuato prestiti di denaro ad imprenditori astigiani in difficoltà economica.
«L’azione di servizio, coordinata dalla Procura della Repubblica di Asti – si legge in una nota stampa – testimonia il perdurante impegno della Guardia di Finanza a presidio della sicurezza economico-finanziaria del territorio, nonché nel contrasto dei danni contro l’ambiente, il cui ripristino inevitabilmente assorbe ingenti risorse pubbliche».