«Non ero a conoscenza del post di cui ho appreso a seguito delle numerose chiamate dei giornalisti e dell’interpellanza presentata in mattinata dalla minoranza. Approfondirò la questione con il consigliere Venturini e con i vertici del suo partito che non ho ancora avuto modo di incontrare in quanto occupato, su più fronti, nel disbrigo di pratiche urgenti che mi hanno sottratto tutto il tempo in questi giorni. Ritengo comunque che ognuno di noi debba sempre valutare ciò che dice e fa, soprattutto se ricopre incarichi istituzionali». Così il sindaco di Asti Maurizio Rasero commenta il caso Venturini che è scoppiato ieri pomeriggio dopo alcuni interventi da parte della minoranza in merito a un suo post su Laura Boldrini pubblicato su Facebook proprio dal consigliere di maggioranza.
Roberto Venturini, consigliere comunale di Fratelli d’Italia e in procinto di essere nominato presidente della commissione cultura, il 26 ottobre ha pubblicato un post con quattro facce che ridono, i classici emoticon che si usano sui social, con il seguente messaggio: «Boldrini: “siamo lo zoccolo duro della sinistra” …. quando le conviene parlare al maschile…».
Frasi che il gruppo di Uniti si può, ma anche l’associazione Asti Pride etichettano come sessiste e con un linguaggio considerato «misogino, violento e discriminatorio». Per questo si chiedono le immediate dimissioni dal ruolo di consigliere comunale e che tutta la maggioranza prenda le distanze da quelle affermazioni.
Il commento della figlia di Venturini: «Non è come viene descritto»
«Quello che è stato detto e scritto su mio padre mi tocca in quanto figlia e in quanto donna, ma lasciatemi dire che mio papà ha sempre avuto rispetto per il genere femminile, anzi si è sempre mostrato propenso alla mia e all’emancipazione di qualsiasi donna». Cecilia Venturini interviene così per difendere il padre dopo la bufera scatenata dal post su Facebook. «Ho 35 anni e da 12 vivo in Francia e qui sì che si fanno le battaglie per garantire uguaglianza e diritti alle donne, non come in Italia dove si è ancora indietro di anni. Mio padre ha fatto una battuta infelice, che non condivido in nessun modo e che non è divertente, ma di queste battute, in Italia, ne sento da quando ero piccola. Mio padre mi ha sempre sostenuta nelle scelte sul lavoro e in quelle più personali, non ha mai avuto alcun tipo di atteggiamento misogino, violento o sessista, anzi ha sempre portato le donne su un palmo di mano. Se l’opposizione vuole davvero combattere per i diritti delle donne faccia delle vere battaglia e non si soffermi su polemiche fini a se stesse. Ripeto – conclude Cecilia Venturini – quel post è stato un errore, ma se mi sono emancipata e se oggi lavoro all’estero lo devo a mio padre che mi ha sempre sostenuta in quanto figlia e donna».
Ma se il sindaco Rasero sembra, almeno in parte, contestare il tono del post ricordando al consigliere che comunque ricopre un ruolo pubblico, il deputato Marcello Coppo di Fratelli d’Italia fa quadrato intorno a lui tramite un comunicato stampa.
«Sto vedendo che persone avvezze a comunicati dai toni molto forti (usando un eufemismo) ora si disperano per una battuta pubblicata sulla pagina personale di Roberto. Accecate dalla loro ideologia piena di asterischi, neanche hanno capito il senso della battuta, il cui significato non ha nulla a che vedere con un insulto a una donna. – scrive Coppo – Le stesse persone che nulla avevano a che dire quando qualche loro alleato affermava “gli faremo sputare sangue” o quando dei facinorosi fascio-comunisti impedivano lo svolgimento di un pacifico convegno all’università “La Sapienza”. Non ho visto nemmeno strapparsi i capelli quando un professore universitario definiva una importantissima leader come una scrofa. Il significato di quanto pubblicato a livello personale da Roberto è da leggere nel fatto che a forza di stuprare la grammatica e la lingua italiana, succede un cortocircuito e in tal senso va letto se si usa la semplice lente dell’analisi logica. Da professore, Roberto ha usato una metafora forte ma mai si può paragonare Roberto a chi sta zitto davanti a chi vieta di manifestare il proprio pensiero, insulta le persone o mette a testa in giù le immagini delle persone».
L’assessore alla Sicurezza Luigi Giacomini, coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, interviene spiegando che nel post di Roberto Venturini «non c’era cattiveria, ma si tratta di un post che girava sui social da tempo». «Detto ciò – aggiunge – bisogna sempre fare attenzione a quello che si scrive sui social quando si ricoprono incarichi istituzionali. I social sono pericolosi e anche a me in più occasioni è venuta la voglia di intervenire in una discussione, salvo poi mordermi la lingua per evitare possibili strumentalizzazioni».
Intanto oggi è stata depositata l’interpellanza sul caso Venturini da parte del gruppo Uniti si può.