“L’anno del Signore 1899 il 30 del mese di dicembre nella Parrocchia di Nostra Donna di Loreto Comune di Costigliole d’Asti è stata presentata alla Chiesa una fanciulla nata il 17 del mese di dicembre figlia di Cardona Davide del fu Giovanni nativo di Costigliole e della Massaro Maria di Carlo nativa di Costigliole coniugi Cardona domiciliati in Costigliole (Recinto) cui si amministrò il battesimo e si impose il nome di Emilia”. Così recita l’atto di battesimo di Emilia Cardona ed è attraverso di lei che si intrecciano il paese di Costigliole d’Asti e il nome di Giovanni Boldini, il genio della Belle Époque. Giovane giornalista della Gazzetta del Popolo di Torino, i loro destini si incrociarono in un giorno di fine settembre del 1926. Emilia si trovava a Parigi, in fuga dall’Italia e dal matrimonio con l’architetto Mario Mencarelli di Firenze, che sposò nel 1923. Non aveva ancora 27 anni e un giorno telefonò all’artista simbolo della Belle Époque per chiedergli un’intervista: alla sua confessione della necessità economica di lavorare, Boldini acconsentì ad incontrarla. Tre anni più tardi si sposarono: lei aveva 30 anni e lui 87. Le condizioni di salute di Boldini erano da tempo precarie: morì nel 1931, avendo già tempo prima nominato la moglie Emilia sua erede universale. Appena un anno dopo Emilia sposò lo scultore Francis La Monaca, che morì prematuramente nel 1937.
Una figura di grande interesse quella della costigliolese Emilia Cardona, per alcuni aspetti controversa, ma che ebbe il merito di porre in grande rilievo l’arte di Boldini. Raccontò la sua vita nel volume “Vie de Jean Boldini”, ritrovò e restituì all’antico splendore gli affreschi che Boldini eseguì nel 1868 a Villa Falconer, a Pistoia, rese possibile l’istituzione del Museo Boldini a Ferrara, luogo di nascita dell’artista, grazie ad una corposa vendita di opere al Comune. Una figura che per molto tempo, nel luogo in cui nacque, è rimasta solo nei ricordi e nell’interesse personale di chi di lei sentì raccontare, ma che oggi, grazie all’iniziativa della Fondazione Asti Musei della mostra in omaggio a Giovanni Boldini a Palazzo Mazzetti, possiamo riscoprire e condividere anche nel suo paese d’origine. Una possibilità che viene offerta, in particolare, grazie agli studi di Tiziano Panconi, storico dell’arte e massimo esperto in Italia della figura di Boldini, curatore della mostra “Giovanni Boldini e il mito della Belle Époque” che si inaugura venerdì ad Asti. A lui si devono le tante informazioni disponibili su Emilia Cardona, donna colta e coraggiosa, dalla vita fuori dal comune per gli anni che vedevano l’inizio del ‘900, e che appare “dimenticata” nella terra in cui nacque. Fino ad ora.
Sabato mattina, infatti, alle 10, nelle sale del castello, il Comune di Costigliole presenterà una conferenza, grazie all’iniziativa dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Enrico Cavallero e della Fondazione Asti Musei, presieduta da Mario Sacco, in cui sarà proprio Tiziano Panconi a far rivivere nel paese in cui nacque, e addirittura a pochi metri dalla casa in cui venne alla luce, la figura di Emilia Cardona, scomparsa nel 1977 e sepolta nel cimitero monumentale della Certosa di Ferrara in cui si trova la tomba dello stesso artista. Fu proprio alla Falconiera, la villa in cui ritrovò gli affreschi di gioventù di Boldini e che acquistò, che visse fino alla sua morte. E in una serata dedicata ai suoi soci, nei prossimi giorni, anche il Lions Club Costigliole d’Asti, presieduto da Mario Narciso, ricorderà la figura di Emilia Cardona: relatore della serata sarà il giornalista Carlo Cerrato che racconterà “La giornalista che sposò Boldini”.