Dopo aver letto la lettera aperta ai cittadini dei consiglieri dimissionari, Marco Gobetti, attore e autore teatrale, diventato recentemente cittadino di Albugnano, prende posizione a sostegno della sindaca Aurora Angilletta. Riportiamo integralmente la sua riflessione, pervenuta in redazione.
“La popolazione non tace, ad Albugnano. Un vero coro di disappunto ha accolto il post sulla pagina Facebook del Comune, in cui la Sindaca Angilletta annuncia il crollo dell’Amministrazione e il commissariamento del Comune, per le dimissioni di cinque consiglieri. I messaggi in risposta al suo chiaro racconto dell’accaduto sono decine e decine (tanti per un piccolo comune) e ne trapelano incredulità, rabbia, solidarietà, oltre che preoccupazione per il destino del paese; filo rosso delle esternazioni, la stima nei confronti della prima cittadina, di cui si sottolineano la dedizione e le «qualità umane e professionali»; oltre che il merito per il pullulare di preziose (tanto attese) opere pubbliche e di inedite iniziative socio-culturali.
È utile analizzare i commenti sui social perché tutto non finisca in un viscoso silenzio: il rischio è che notizia e reazioni scompaiano, con i primi freddi, nella palude stantia degli «interessi di cascina»… «Non sono tutti consiglieri» – puntualizza forse l’unica voce simpatizzante con i cinque – infatti fra loro ci sono «due assessori»: ma cosa cambia? Indica forse, di per sé, una riflessione seria dei cinque, nell’interesse della popolazione di Albugnano? Maturata, magari, dopo un dibattito serrato e onesto fra le mura di questo bel “Balcone del Monferrato” in cui, negli ultimi anni, il pullulare delle tante iniziative aveva innescato un fruttuoso volano con la storica e fiorente attività viti-vinicola? Nulla di tutto questo, la fuga è avvenuta in silenzio; tra l’altro, un paio di giorni prima di un Consiglio comunale nel quale ciascuno avrebbe potuto assumersi le proprie responsabilità.
Angilletta rimarca che l’accaduto comporta il «blocco completo della progettualità, dell’accesso ai fondi PNRR» già vinti e un danno economico enorme per il Comune.
La sensazione è che non ci sia stato alcun pensamento riguardo alle sorti del paese… Quei consiglieri (tali sono, in primis, consiglieri eletti dalla popolazione, di cui due con la qualifica di assessore) si accorgeranno «un giorno […] di avere recato un danno anche a sé stessi?».
Sempre più utile, dunque, è sapere cosa li ha spinti. Angilletta rende pubblica anche la motivazione delle dimissioni: «le decisioni […] non sarebbero state condivise con loro»; ma sottolinea come non si parli «di casi specifici, per cui – prosegue – posso solo dire, in piena tranquillità e trasparenza, che qualsiasi decisione presa è stata portata all’attenzione della Giunta o del Consiglio (come previsto e doveroso fare) e […] le proposte sono state quasi sempre approvate all’unanimità»…
A fronte di tanto mistero sulle ragioni di queste dimissioni, rimane solo un paese risorgente che si è dovuto fermare di colpo: perché? E, allora, recita il commento che sembra interpretare le istanze di una cittadinanza allibita:
«Chiedo formalmente a questi consiglieri di rendere pubbliche e dettagliate le ragioni della loro grave scelta» così che se ne possa «valutare l’effettiva gravità, a fronte di un danno […] incalcolabile per il paese e per noi cittadini». Se le ragioni consistessero «in mere […] incompatibilità caratteriali o […] fattori emotivi, riterrei di aver votato degli irresponsabili e degli incompetenti […]. In attesa di poter valutare le gravissime inadempienze o malversazioni o illeciti da loro riscontrati e gli interventi da loro messi in campo» per porvi fine, «esprimo la più ferma e riconoscente solidarietà alla Sindaca Angilletta, invitandola […] a ricandidarsi alla prossima tornata elettorale […]».
Questo ultimo commento scritto da una cittadina subito dopo l’accaduto, può ben valere, ora, anche come risposta a una “lettera aperta” affissa domenica 20 novembre per le vie del paese; una lettera nella quale i consiglieri in questione si mettono in scena come cinque persone succubi e intimorite da una sindaca vessatrice e totalitarista… Una lettera bizzarra e “urlata”, ora melliflua ora puerilmente cattiva e inesatta, che sembra peccare della stessa ignavia dimostrata con le dimissioni: la lettera è firmata «I suoi “responsabili” dimissionari». Il mistero più che infittirsi, inizia a fare sorridere”.
Marco Gobetti