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Cronaca
Tribunale di Asti

Per l’inchiesta di falso in bilancio della Cassa di Risparmio di Asti tutto rinviato a febbraio

Ieri pomeriggio è stata discussa la complessa perizia affidata al professor Tasca. Il primo febbraio il collegio di difensori dell’ex presidente Pia e dell’ad Demartini renderanno nota la scelta del rito: abbreviato o dibattimento pubblico

Appuntamento importante ieri pomeriggio per l’ex presidente della Cassa di Risparmio di Asti Aldo Pia e per l’attuale amministratore delegato Carlo Demartini: davanti al gip Federico Belli si è tenuta la discussione della complessa perizia contabile del professor Roberto Tasca che rappresenta il caposaldo intorno al quale ruota l’indagine sui due alti vertici della Cassa negli anni 2015 e 2016.

Il reato ipotizzato è false comunicazioni sociali: nei bilanci di quei due anni sarebbero stati indicati come ancora esigibili crediti per 35 milioni di euro nei confronti di soggetti (persone fisiche e giuridiche) che, secondo l’ipotesi dell’accusa, in realtà avevano perso la capacità di onorarne la restituzione. Di quella cifra, una parte riguarda la linea di credito concessa all’immobiliarista astigiano Alberto Fassio, scomparso nel 2017.

La mancata comunicazione di queste “esposizioni” importanti in bilancio, per la Procura della Repubblica (il fascicolo è seguito dal pm Fiz) rappresenta una grave violazione delle norme che regolano i rapporti fra i dirigenti e i soci dell’istituto di credito.

Ieri pomeriggio, come previsto, ci sono state numerose domande delle parti al perito per dare la massima chiarezza possibile a seguito del deposito del suo meticoloso lavoro di ricostruzione dei bilanci in relazione a tutte le informazioni contabili e posizioni debitorie registrate dalla banca.

Al termine, gli avvocati difensori hanno chiesto al gip un rinvio per ragionare sulla scelta del rito: abbreviato o dibattimento pubblico. La decisione sarà comunicata alla prossima udienza fissata per il primo febbraio 2023.

Dal canto suo la Banca di Asti (che in giudizio è rappresentata dagli avvocati Alleva, Rattazzi e Riverditi) ha più volte ribadito che, nell’attesa di una definizione della vicenda giudiziaria, «tale procedimento non ha, né avrà, alcuna incidenza sul patrimonio della Banca, né potrà avere ricadute sugli azionisti o sulla clientela». La vicenda era stata resa nota dalla stessa banca nel 2018: in quell’occasione era stato spiegato che l’inchiesta verte su «differenti valutazioni sull’anno di competenza di accantonamenti relativi ad alcuni crediti nel bilancio della Banca» e si ribadisce la convinzione di aver «correttamente operato nel rispetto delle disposizioni di legge e di vigilanza e di principi di massima trasparenza, in linea con il rapporto di correttezza che da sempre connota le relazioni con i soci, clienti e collaboratori».

(Foto di repertorio web)

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