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Woman bondage in angle of abandoned building image blur , stop violence against Women, international women's day
Cronaca
Tribunale

Asti, in un tema a scuola una ragazzina accusa lo zio di violenza

Anche i genitori sotto processo per maltrattamenti

Un’infanzia e un’adolescenza segnate dalla violenza sessuale domestica, per opera di un componente della famiglia che spesso è il miglior amico dei più piccoli: lo zio. A cui si aggiunge il maltrattamento della madre e del patrigno.
E’ bruttissima l’accusa a carico di tre imputati che deriva da una più brutta ipotesi di reato che vede al centro una ragazza, oggi appena maggiorenne, che ha raccontato anni di inferno in casa.
Tutto è partito da un tema di italiano che la ragazza ha scritto quando già frequentava le scuole superiori. Un tema dato nelle vicinanza della giornata del 25 Novembre, dedicata alla lotta alle violenze domestiche, in cui la studentessa ha raccontato di essere essa stessa una vittima da molti anni.
Letto il tema, la professoressa si è consultata con i colleghi e hanno deciso di passare la segnalazione agli assistenti sociali che hanno avviato immediatamente una serie di colloqui con una psicologa. E lì, come un fiume in piena, la ragazza ha raccontato di essere stata vittima a partire dai 9 anni e fino ai 16, delle attenzioni particolari di un giovane zio, fratello del patrigno.
Quando sono iniziate, il ragazzo era ancora minorenne, tant’è che vi è un troncone di processo con le identiche accuse, anche presso il Tribunale dei Minori di Torino.
Poi, anche da maggiorenne, avrebbe continuato ad abusare di lei fino a quando, a seguito del colloqui con la psicologa, ne è stato deciso l’allontanamento da casa e il rifugio in comunità dove vive tuttora.
Da allora non ha mai più avuto contatti con la famiglia; famiglia che è stata coinvolta nella vicenda perchè sono emersi racconti che configurano il reato di maltrattamento. Una madre molto severa e autoritaria che ricorreva a metodi “correttivi” esagerati. La donna è stata sentita nell’udienza scorsa, assistita dall’avvocato Di Celia e ha ammesso di avere avuto comportamenti molto severi ma li ha giustificati dicendo che tale rigidità era dettata dal desiderio di educare bene la figlia contestualizzando anche una fortissima conflittualità fra lei e la ragazzina, molto ribelle e contestatrice a dire della madre.
Ha negato di averla percossa e di averla maltrattata. Dello stesso reato è accusato il patrigno che è difeso da Paola Berardi, stesso avvocato dello zio presunto violentatore. Lo zio, in fase istruttoria ha sempre negato la violenza sulla nipote dicendo che, quando si trovava insieme a lei, era sempre in presenza di altre persone. I due uomini verranno sentiti alla prossima udienza di fine gennaio.

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