Niente da fare, la missione si salvataggio non ha avuto successo e si conclude con una doccia fredda, sociale e lavorativa, che gela il Natale degli astigiani. Anche l’ultima speranza di salvare la Casa di Riposo “Città di Asti” dal fallimento sembra essere naufragata questa mattina durante un ultimo incontro, avvenuto in Prefettura, al quale hanno partecipato i rappresentanti delle massime istituzioni che da tempo si confrontavano per trovare una via di uscita e garantire un futuro solido alla struttura.
Con loro c’era il commissario straordinario alla Casa di Riposo, Mario Pasino, che ha rassegnato le dimissioni (le aveva comunque già annunciate durante un precedente Consiglio comunale aperto sull’ex IPAB). Presente anche il sindaco di Asti Maurizio Rasero e, da Torino in streaming, l’assessore regionale Marco Gabusi.
Il Maina, stando così la situazione, è a un passo dalla chiusura e per Asti si tratta di una batosta storica, prima che morale, che ha ben pochi precedenti. Ma i debiti pregressi che pesano sulla Casa di Riposo, circa 8 milioni, rappresentano un fardello che nessun privato, senza determinate garanzie, si è sentito di sostenere.
Dalle poche dichiarazioni raccolte al volo pochi minuti fa, dopo le dimissioni di Pasino la Regione dovrà nominare un commissario liquidatore per affrontare la prossima fase propedeutica alla chiusura. Oggi pomeriggio ci sarà un incontro con i sindacati che già temevano l’esito negativo della riunione. Domani mattina sarebbe già in programma una riunione d’emergenza per affrontare la situazione tenuto conto che ci sono circa 135 degenti che dovranno trovare un’altra sistemazione. A loro si aggiungo i 120 lavoratori impiegati nel complesso che resteranno, salvo miracoli, senza lavoro.
«Mi complimento con gli assessori regionali che non si sono visti per mesi e non hanno dato le risposte alle domande sollevate dal Consiglio comunale aperto sulla Casa di Riposo – è il primo commento a caldo di Luca Quagliotti, segretario generale provinciale della CGIL – Questo è proprio un esempio eclatante di come questa situazione non sia stata gestita dalla politica che avrebbe dovuto essere. Dovrebbero vergognarsi tutti».
La chiusura della Casa di Riposo porterebbe, tra gli altri, anche la chiusura del dormitorio maschile che ha sede nella struttura. Un servizio indispensabile per molti ospiti che a sua volta dovrà essere ricollocato.