Ad attenuare il rigore della stagione sono stati accesi in piazza SS. Cosma diversi falò, sui quali è stato preparato il “vin brulè” ed attorno ai quali si sono soffermati per un po’ figuranti e turisti, a godersi un imprevisto tepore. Nelle cantine di Casa Berroni sono stati rappresentati gli antichi mestieri, con il falegname, lo scalpellino, le venditrici di erbe: sulla piazza hanno attratto la curiosità dei visitatori il fabbro, il coniatore di monete, i cordai, il panettiere, i venditori di frutta e verdura.
Le scene della Natività sono state rappresentate nelle cantine del palazzo degli ex Padri Dottrinari, recuperate alcuni anni fa da numerosi volontari e riportate all’originaria suggestione: seguendo un percorso obbligato, sono stati rappresentati i momenti dell’Annunciazione della vergine, del sonno di Giuseppe, sino alla Nascita del Bambino ed ai tre Magi, pronti a partire per offrire i loro doni. Insieme alla vicenda biblica, altre rappresentazioni di mestieri, quali lo scrivano, il vasaio, le filatrici e le lavandaie, a costruire un percorso suggestivo. Decisamente soddisfatto della manifestazione si dichiara l’assessore Flavio Torchio, per il quale «la partecipazione registrata quest’anno è dieci volte superiore a quella delle passate edizioni. Tutti i visitatori hanno apprezzato la cura dei particolari ed i luoghi scelti per la sacra rappresentazione.
La presenza di persone provenienti da diverse regioni, o da altre città piemontesi, offre l’opportunità di promuovere San Damiano nella sua interezza, dal vino al cibo, dal territorio alle manifestazioni.»Le tre giornate del presepe vivente sono state accompagnate dal mercatino allestito in via Roma, mentre in piazza Libertà sono state sistemate le undici casette con articoli natalizi, una in più rispetto allo scorso anno.