Sulla scrivania ha un foglio con una strana scritta: «Vuol dire Buon anno in cinese, l’ho utilizzato per fare gli auguri in un videomessaggio al Consolato di Milano». Ma per il sindaco Maurizio Rasero, l’inizio anno non è stato facile con la chiusura della Casa di Riposo, «una sconfitta per tutta la città» e la protesta di una parte degli ambulanti contro l’ipotesi di trasloco del mercato e l’orario ridotto.
La Casa di riposo ha chiuso per colpa di qualcuno o perché era ormai inevitabile?
È l’evento più brutto capitato nei cinque anni e mezzo che faccio il sindaco, ma non mi ritengo in colpa. Tutto quello che potevo fare per quella struttura l’ho fatto e non mi sono mai tirato indietro. I problemi che hanno portato alla chiusura iniziano nella notte dei tempi e si sono susseguiti con molte amministrazioni locali e regionali di “diverso colore”. Quella struttura ha operato come ammortizzatore sociale sia per gli ospiti, sia per quei dipendenti con limitazioni che magari non riuscivano a trovare altri impieghi. Nel frattempo la concorrenza di altre strutture simili, più accattivanti, è aumentata. Faccio però presente che la struttura non era più norma in quanto mancava di determinati requisiti ed è per questo che anche i tecnici hanno detto basta, oltre non si poteva andare.
Quindi secondo lei non c’è stata, come dice qualcuno, la volontà di farla chiudere?
Io dico che in passato sono anche arrivate delle proposte contro le quali sono state tirate su le barricate. Quattro anni fa ci fu la proposta di un privato che avrebbe voluto prenderla, ma qualcuno disse “no sotto un privato” per non far perdere benefit e garanzie ai dipendenti. Prima che colpe imputabili a uno all’altro, direi che sono state una serie di coincidenze e situazioni negative a portare alla situazione di oggi.
Una parte degli ambulanti è scesa in piazza contro la riduzione degli orari e l’ipotesi di accorpare tutti i banchi in piazza del Palio. Se lo aspettava?
Io non mi aspettavo niente, ognuno faccia le sue scelte, noi facciamo le nostre. Capisco che ogni cambiamento porti a discussioni, ma qualche anno fa, prima del Covid, solo su piazza Alfieri e piazza Libertà c’erano 157 banchi; prima della sperimentazione siamo arrivati a 110: un terzo dei banchi in meno. Negli anni sono cambiati i clienti, la capacità di spesa, la loro provenienza, ma anche la qualità della merce. I banchi tutto a 1 euro, dell’usato, erano impensabili. Dopo che una categoria si impoverisce di un terzo, ci siamo quindi chiesti cosa fare per aiutarla e impedire che questo trend lasci altri morti sul terreno.
C’è stato anche l’esperimento del mercato in centro…
Era una delle richieste, per altro apprezzate da turisti e clienti. Ma la categoria degli ambulanti si divise con gelosie tra chi incassava il normale e chi vendeva di più. Una lotta alla gelosia del vantaggio altrui. Quando mi accusano di non aver a cuore le sorti del mercato ricordo che durante i mesi più difficili del Covid decisi di riaprire i mercati, con tutte le misure di sicurezza del caso, distanziando i banchi, anche contro il parere di molti. Ci siamo presi dei rischi e abbiamo riaperti per far lavorare quelle famiglie.
Il sindacato G.O.I.A. ha raccolto firme per sfiduciare la Commissione mercatale. Cambierete referente?
Essendo la Commissione mercatale eletta dagli ambulanti per noi è il referente perché l’hanno votata. Come ascoltavamo quelli di prima, ora ascoltiamo loro. Voglio dire, non è che noi ogni 20 giorni possiamo cambiare referente. Comunque la contestazione è sull’orario, non sul trasferimento in piazza del Palio.
Quindi non si va in Campo del Palio?
La sperimentazione riguarda l’orario, il trasferimento non lo abbiamo ancora deciso.
Ancora sul commercio: fa discutere l’ipotesi di un nuovo centro commerciale davanti al Borgo. Si farà?
Noi vogliamo solo valorizzare un terreno che si trova praticamente sotto l’autostrada davanti al Borgo. Lì potrebbe nascere anche altro, non necessariamente commerciale. Ricordo che in base a quanto già autorizzato negli anni precedenti alla nostra giunta ci sono altre due aree, dietro alla Sisa e in zona San Marzanotto, dove potrebbero nascere centri commerciali: ripeto sono pratiche partite prima della nostra amministrazione, noi finora non abbiano autorizzato nulla.
Alle sue spalle ci sono diverse cartellette con vari progetti. Ne scelga tre che vorrebbe realizzare quest’anno.
Sull’espositore sono una cinquantina, in tutto sono oltre 1300, il che vuol dire che molto è già stato fatto. Ci sono cartelline come la “Rotonda su piazza Torino” che sarebbe un bel problema da risolvere essendo il punto più caotico della città dove ci sono code e inquinamento. Fosse per me, già da 15 anni ci sarebbe una tangenziale sud/ovest di cui l’Anas a breve ci darà lo studio di fattibilità. Ma oggi il problema è su piazza Torino e pensiamo che una diversa ristrutturazione della rotonda potrebbe velocizzare il traffico. Poi abbiamo quella intitolata “Amianto” per toglierlo dall’ultimo edificio comunale dov’è ancora presente. Si tratta di un magazzino, ma purtroppo non ci hanno dato i contributi preferendo, ad esempio, privilegiare la rimozione dai cimiteri. Ho poi quello sulla “Cittadella degli studi”, la nostra università, dove al posto del Palafreezer faremo una palestra per gli studenti anziché portarli in quelle delle periferie. La progettazione è già in corso insieme ad Astiss. Ma il colpo grosso per quell’area sarà la ristrutturazione sia della Palazzina comando sia del Campus universitario in superficie facendo sparire le auto in un parcheggio sotterraneo.
Ce n’è una anche sull’isola pedonale
Abbiamo allargato l’isola pedonale, ma la Regione ci chiede di estenderla dieci volte quanto è oggi. A giorni partirà la ZTL della Cattedrale per valorizzare quella zona e il nostro Duomo che ha lasciato stupito anche Papa Francesco. Proprio questi giorni ho chiamato la minoranza per confrontarci su idee comuni che possano estendere l’isola pedonale e la ZTL. Al massimo cinque proposte che si possano fare già domani mattina. Ci confronteremo tra il 25 e il 30 gennaio. Se ci sono idee condivise, le avvieremo subito.
Nuovo Palasport, l’idea è tramontata?
Andremo presto al ministero a Roma per verificare una nuova ipotesi. Il progetto già pronto per piazza d’Armi ha visto lievitare i costi da 6 a oltre 15 milioni per il rincaro dei materiali. Stiamo pensando a una rimodulazione dell’impianto, una cosa tipo il Palasanquirico che ci consentirebbe di restare nei finanziamenti a disposizione, ma ci serve l’ok del ministero.
Una risposta
Caro Sindaco,il tuo secondo mandato e ricco di danni…e ne continui a fare!Ma quale ZTL del menga vuoi ancora fare ad Asti?Avete creato una circolazione ridicola ovunque ed in più non pensate mai che chiudendo alcune strade fate chiudere anche delle attività!Asti sta diventando una città morta!Tutti i sindaci prima che hanno chiuso strade come Via Quintino Sella hanno di fatto cessare le attività che vivevano sul passaggio delle auto,oggi sono strade MORTE!!!Essere green ormai è diventata una moda,ma a discapito della gente che se non muore per l’inquinamento…MUORE DI FAME!E bastaaa!!!!non vi sopportiamo piu con sta cosa