Con la sua gloriosa tessera n. 23 e il compimento degli 80 anni avvenuto appena qualche giorno fa, l’avvocato Giangiacomo Dapino, (per colleghi e amici “Mimmo”) è ufficialmente l’avvocato in attività ad Asti con l’iscrizione all’Albo da più lunga data (57 anni).
Un traguardo importante per un avvocato che ha mosso i primi passi nel mondo forense nello studio del padre Achille, avvocato a sua volta e presidente per 18 anni della Cassa di Risparmio di Asti. Pochi gli avvocati in Italia, non solo ad Asti, che possono vantare una carta intestata con la dicitura “studio fondato nel 1930”. E che, oggi, dopo tanti anni di associazione con l’amico e collega Provera, si accompagna al nome dell’avvocato Pinca.
Avvocato Dapino, come è iniziata la sua carriera forense?
Appena laureato mi iscrissi come praticante nello studio di mio padre e qualche giorno dopo venni chiamato dal direttore di allora della Coltivatori Diretti di Asti per fornire pareri sulle norme che regolavano il passaggio dalla mezzadria all’affittanza agraria. Un momento storico per gli agricoltori. Non immaginavo che sarei diventato il consulente agrario della Coldiretti per i successivi 47 anni.
Cosa ricorda di quei primi anni?
Che, nonostante fossi fresco di laurea, mi rimisi sui libri per studiare tutte le leggi sul diritto agrario e seguii numerosi corsi di aggiornamento a Roma fino a diventarne a mia volta relatore.
Un incarico che la rese molto popolare nelle campagne astigiane, immagino.
Certamente, anche se in quegli anni non c’erano solo gli aspetti legati ai nuovi contratti. Proprio il direttore Coldiretti aveva iniziato nella provincia astigiana a far crescere una consapevolezza dell’importanza del lavoro degli agricoltori, spronandoli a farsi rispettare e a combattere per i loro diritti. Una sera a settimana andavamo insieme in un paese della provincia sempre diverso dove incontravo i contadini e spiegavo, con parole semplici ed esempi pratici, come dovevano regolarsi. In quegli anni incassai poche parcelle ma ricevetti tanto vino, polli, uova, frutta e verdura.
Ma lei non arrivava da una famiglia di contadini, come riuscì a farsi accettare?
Mia madre, Ada Negri Dapino, era una professoressa di chimica e scienze e la famiglia di uno degli studenti cui dava ripetizioni mi ospitava spesso nella sua cascina a Priocca. Lì ho toccato con mano la dignità del lavoro dell’agricoltore e questo mi ha aiutato. Anche perchè tutte le consulenze Coldiretti le ho sempre fatte in dialetto piemontese.
Tanti anni di coltivatori mentre, di pari passo, cresceva la sua carriera in studio. Quali sono i processi più impegnativi che ricorda?
Ho perso il conto dei processi che ho tenuto, ma sicuramente ricordo la difesa di alcuni amministratori nel processo sulla discarica di Vallemanina. E poi il processo nato dalla vicenda sul restauro del Teatro Alfieri o quello di grande rilievo che contrappose la Cassa di Risparmio di Asti a Rapisarda, in cui difendevo i sindaci della banca. Di rilevanza nazionale, tanto da farne una trasmissione tv, anche il processo sul delitto di Lorena Veronesi, in cui ero difensore dell’imputato.
Lei è stato a lungo anche difensore di fiducia di Gianni Goria.
L’ho difeso in sei processi, sia di caratterale penale che amministrativo e sia quando era ministro che già presidente del consiglio. E’ sempre stato assolto. Anche nel processo che si celebrò a Torino sulla costruzione del nuovo ospedale di Asti e la cui sentenza arrivò qualche settimana dopo il decesso di Gianni. Ma anche in quel caso arrivò un’assoluzione nel merito».
Suo padre avvocato, lei avvocato, i suoi due figli Marco e Alberto avvocati in studio con lei. Cosa si sentirebbe di consigliare ad un giovane che volesse intraprendere questa professione oggi?
Deve pensare fin da subito all’ambito forense a lui (o lei) più congeniale. Quando ho iniziato io in città c’erano una decina di avvocati in attività e si occupavano di tutto. Oggi è importante approfondire e studiare tutto di un singolo settore con l’ottica di lavorare in futuro in team in uno studio professionale dove ogni collega ha la sua specializzazione.
Lei oggi si occupa quasi solo più di diritto di famiglia. Perchè?
Perchè è un settore che mi è caro. Ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia che mi amava e poi la fortuna di incontrare la mia Franca e di avere due figli di cui sono molto orgoglioso. Io e Franca per molti anni abbiamo tenuto i corsi di preparazione al matrimonio in varie parrocchie cittadine. Oggi, di fronte ad un matrimonio che termina, mi sento di poter essere utile nel consigliare comportamenti e decisioni che non portino ulteriori sofferenze agli ex coniugi e, soprattutto, ad eventuali figli.
Una risposta
Cosa consigliare ad un giovane che vuole iniziare la professione?
Trovarsi un padre avvocato e che sia presidente della Cassa di Risparmio.
Sincerità, suvvia.