Ottime notizie per i trasporti ferroviari albesi: «Ci sarà un collegamento diretto Alba-Torino Caselle» annunciano dalla Regione Piemonte e nella città della Nutella si stappano bottiglie. «Verrà riaperta anche la Alba-Asti» fa seguito qualcuno dopo qualche giorno; grande soddisfazione soprattutto tra i pendolari oggi costretti alla via crucis degli autobus.
E la Alba (Canelli-Nizza) Alessandria? Niente. La linea ferroviaria che attraversa la core zone Patrimonio dell’Unesco non interessa a nessuno e dal 2012 è chiusa, abbandonata.
Non è sempre stato cosi: «Ho lavorato su quella linea dal 1980 – ci spiega Aldo Capra, capostazione oggi in pensione – Una linea secondaria, sì, ma dotata di treni “raccoglitori” che rispondevano a numerose esigenze commerciali degli imprenditori locali. Un servizio rivolto a tutti, anche piccoli carichi, che collegava Bra ad Alessandria e poi a Milano. Cosa trasportava? La Valle Belbo spediva vino; da Alba partivano i prodotti della Ferrero, le pubblicazioni di Famiglia Cristiana; la Mondo Rubber spediva di tutto, dai campetti in gomma ai palloni, e poi c’erano il grano e il legname. In tanti utilizzavano questa modalità di trasporto. Poi FS ha deciso di riservare il servizio solo a chi fosse in grado di impegnare il treno completo, chiudendo così la porta in faccia alle piccole aziende».
La Alba-Alessandria è una tratta isolata? «Assolutamente no, la rete è interconnessa – risponde – Un treno in partenza da Alba potrebbe arrivare ovunque e, dopo Alessandria, raggiungere Genova, Torino, Milano, Bologna. Pensi che su questa linea Ferrero spediva i container contenenti cioccolato caldo direttamente in Svizzera».
Quali sono le sue criticità: «In primis la mancanza di una visione. Anche dopo la privatizzazione nessuno ha pensato di rendere competitiva la tratta adattandosi alle richieste commerciali. Strutturalmente? Non è una linea di buttare. Inizialmente fu chiusa per problemi alla galleria “Ghersi” di Neive. Al primo sopralluogo il danno fu calcolato in 2milioni di euro; al secondo erano già 4 e successivamente il costo lievitò fino a 20milioni di euro. Recentemente però è stata riaperta al transito dei treni storici della Fondazione FS senza alcun intervento. Certo, oggi il tratto Nizza Alessandria è in stato di abbandono, ma non è distrutto. Niente che non si possa recuperare».
Da queste considerazioni il Comitato Strade Ferrate di Nizza Monferrato ha tratto delle conclusioni importanti: «Le colline dell’Unesco possono essere collegate a due aeroporti internazionali: Torino Caselle e Milano Malpensa – afferma il presidente Giacomo Massimelli – L’occasione fa gola a tanti imprenditori del territorio del settore turistico (e non solo) che hanno sposato la nostra battaglia per la riapertura della linea verso Alessandria. E’ il momento di rompere l’isolamento di Nizza e Canelli portando nel cuore delle città monferrine (in meno di due ore!) i turisti provenienti dall’aeroporto Milanese».
L’analisi del Comitato parla di due linee non in competizione ma in sinergia che potrebbero creare quel naturale “travaso” di turisti dall’Albese (che si dice saturo) in due città, Canelli e Nizza, che stanno vivendo una crescita delle presenze nonostante i collegamenti pubblici risibili ed operativi solo nei giorni feriali.
Soluzione ottimale anche per i lavoratori: «Il ripristino della tratta consentirebbe agli albesi di raggiungere direttamente Milano senza dover passare per Torino. Oggi, nella migliore delle ipotesi, ci si impiega 3 ore di viaggio e si è costretti ad un cambio».
L’appello agli strateghi delle infrastrutture: «Noi chiediamo alle Autorità regionali e nazionali di prendere seriamente in considerazione la proposta di riapertura della tratta Alba-Alessandria; la nostra idea è seria, condivisa e sostenuta dall’imprenditoria locale. Possiamo finalmente collegare le Langhe ed il Monferrato al resto del mondo» conclude Massimelli.