Ha avuto un risvolto positivo il presidio dei lavoratori della casa di riposo “Città di Asti” svoltosi giovedì scorso a Torino sotto la sede del Consiglio regionale.
Ad annunciarlo Alessandro Delfino, segretario generale territoriale Cisl Fp, il sindacato che ha promosso la manifestazione.
«Il vice presidente della Regione Roberto Carosso e l’assessore alle Politiche sociali Maurizio Marrone, che ci hanno raggiunti durante la manifestazione – ha spiegato – ci hanno comunicato pubblicamente di aver scritto a Finpiemonte (società finanziaria regionale a totale capitale pubblico, ndr), per far partire in tempi brevissimi la procedura per il pagamento, ai 56 dipendenti della casa di riposo attualmente in mobilità, dell’indennità che spetta loro, pari all’80% dello stipendio».
Le ragioni alla base della manifestazione
E qui arriviamo ad uno dei motivi che hanno portato alla manifestazione. Sì, perché dopo la chiusura della struttura, afflitta dai debiti, lo scorso 31 dicembre, i 56 dipendenti a tempo indeterminato sono stati collocati in mobilità per due anni (gli altri 40 a tempo determinato sono in carico al Centro per l’impiego). Il problema è che non percepiscono alcuna retribuzione da gennaio. Infatti dovrebbero ricevere un assegno pari all’80% dell’ultima busta paga, ovvero quella di dicembre, ma siccome la casa di riposo non ha fondi a disposizione, non hanno ricevuto ancora nulla, se non la contribuzione previdenziale figurativa. Non solo. Sempre in base alla condizione di lavoratori in mobilità, sono obbligati ad accettare i posti di lavoro presso enti pubblici, a livello locale ma anche regionale, messi a diposizione con assunzione in mobilità diretta. Il problema è che, ad oggi, ne sono stati offerti pochissimi.
Il presidio
Considerata la situazione, era stato organizzato per giovedì scorso, dalle 10 alle 12 sotto la sede del Consiglio regionale, un presidio unitario promosso da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl con due richieste: l’anticipo degli assegni di mobilità da parte della Regione Piemonte, tramite Finpiemonte, e la sollecitazione affinché gli Enti pubblici piemontesi e astigiani, attraverso i propri piani di assunzione, si facciano carico dei lavoratori della “Città di Asti” in mobilità.
Ma l’improvviso spostamento del Consiglio regionale nel pomeriggio aveva indotto la Cgil e la Uil a spostare il presidio al 28 febbraio, con le stesse modalità. La Cisl, non escludendo di partecipare alla manifestazione del 28, ha invece deciso di dare vita alla manifestazione nella data originaria, tenuto conto che quella mattina si sarebbe comunque riunita la conferenza dei capigruppo in Consiglio regionale.
Nuova manifestazione il 28 febbraio
A sostegno della prima apertura emersa giovedì scorso – su cui ora sono al vaglio gli aspetti tecnici – martedì 28 febbraio si terrà un presidio unitario, dalle 10 alle 12 sempre sotto la sede del Consiglio regionale, promosso da Cgil, Cisl e Uil, non solo più a livello di categoria, ma confederale, per il quale sarà organizzato anche un servizio di trasporto in pullman a favore dei partecipanti.
«Vogliamo rivendicare – spiegano i vertici sindacali – il diritto dei lavoratori della casa di riposo ad avere retribuita la mobilità a norma di legge e ad avere un’occupazione stabile e dignitosa. Le incapacità della politica non possono essere pagate dai lavoratori. Nel frattempo, occorre che tutte le istituzioni pubbliche e private, come le banche, trovino il modo, attraverso un sistema di garanzie, di anticipare il trattamento di mobilità per consentire ai dipendenti di vivere dignitosamente».