La polvere nell’aria che entrava in bocca, l’odore di carbone, il fumo dei falò improvvisati lungo le strade, le tende isolate, i campi di accoglienza dove si bruciava qualunque cosa per scaldarsi, i mucchi di stracci a bordo strada dove la gente rovistava per trovare qualcosa da coprirsi. Ma anche la dignità con la quale la popolazione sta affrontando questo cataclisma terribile e la riconoscenza per chi porta loro degli aiuti.
Sono questi i ricordi più intimi e profondi ancora stampati nella mente e nel cuore dei quattro volontari astigiani che hanno partecipato, alla missione della Protezione Civile della Regione Piemonte nelle zone gravemente colpite dal terremoto in Turchia.
Il Coordinamento territoriale di Asti ha inviato il caposquadra Ferdinando Beltramo che insieme a Rinaldo Bussolino e Mario Morando appartiene al gruppo di Protezione Civile degli alpini di Asti e Stefano Vercelli del nucleo di Protezione Civile di Isola. Con loro anche 5 volontari della logistica sanitaria che non sono ancora rientrati.
Un viaggio molto lungo e complesso per portare la colonna mobile di mezzi e volontari da Alessandria al porto di Sariseki, nonostante inizialmente fosse previsto l’approdo a quello di Alessandretta risultato inagibile a causa dei danni dal sisma.
Importantissima la loro missione: trasporto e montaggio di 12 moduli prefabbricati per realizzare un ospedale da campo di emergenza. Uno dei soli 12 certificati al mondo.
Al seguito dei volontari anche piccoli escavatori e macchine di movimento terra per l’allestimento dell’ospedale.
Prima “tirata” da Alessandria a Brindisi dove uomini e mezzi si sono imbarcati sulla nave San Marco della Marina Militare; poi altri cinque giorni di viaggio per arrivare in Turchia.
Dallo sbarco al raggiungimento del campo sportivo Defne Ataturk Stadi di Antiochia, luogo scelto per il montaggio dell’ospedale da Campo, i volontari hanno toccato con mano la devastazione che ha colpito quelle popolazioni: 70 chilometri percorsi scortati dalla polizia turca attraversando città, quartieri, paesi completamente distrutti e abitati da persone in cerca di qualunque cosa per sopravvivere.
Il traffico locale, già caotico normalmente, era ingestibile a causa della confusione dovuta allo sconvolgimento del sisma.
Al passaggio della colonna mobile molti cittadini turchi si portavano la mano al cuore in segno di ringraziamento e, saputo che si trattava di volontari italiani, sono state tantissime le dimostrazioni di affetto e gratitudine tributate.
Il lavoro della prima missione piemontese si è chiuso in anticipo, con i volontari che hanno impiegato solo due giornate di lavoro per i compiti loro assegnati ma ne hanno passati circa 15 fuori casa, la maggior parte dei quali in viaggio. Impossibile dormire sul posto, hanno sempre fatto rientro sull’Unità Navale per passare la notte.
Ieri è partito un altro gruppo di 15 volontari piemontesi mentre il 4 marzo, con un’altra missione, torneranno in Turchia altri 6 volontari astigiani per un incarico che durerà fino al 19 marzo.
Fra i ricordi più teneri, il sorriso di una bambina alla quale Stefano, uno dei volontari astigiani, ha donato un giocattolino che si era portato apposta da Asti e quel pranzo che, nonostante la penuria di cibo, una famiglia di sfollati che vive in tenda ha voluto condividere con i quattro astigiani cui hanno regalato anche una sciarpa della loro squadra di calcio locale.
I quattro volontari astigiani si sono ritrovati sabato alla consegna delle benemerenze Covid che si è conclusa con la benedizione da parte del vescovo, di una bisarca che ha già fatto il suo primo viaggio proprio in Turchia e che è stata assegnata al Coordinamento Territoriale Provinciale di Protezione Civile guidato, ad Asti, da Valter Marenco.