Si è svolto ieri (martedì), sotto la sede del Consiglio regionale, il presidio promosso dai sindacati Cgil, Cisl e Uil – insieme alle rispettive categorie della Funzione pubblica – cui hanno partecipato rappresentanti dei lavoratori della casa di riposo “Città di Asti”, chiusa dallo scorso 31 dicembre.
Due le ragioni alla base della manifestazione. Dopo la chiusura della struttura, afflitta dai debiti, i 56 dipendenti a tempo indeterminato sono stati collocati in mobilità per due anni (gli altri 40 a tempo determinato sono in carico al Centro per l’impiego). Il problema è che non percepiscono alcuna retribuzione da gennaio. Infatti dovrebbero ricevere un assegno pari all’80% dell’ultima busta paga, ovvero quella di dicembre, ma siccome la casa di riposo non ha fondi a disposizione, non hanno ricevuto ancora nulla, se non la contribuzione previdenziale figurativa. Non solo. Sempre in base alla condizione di lavoratori in mobilità, hanno diritto a ricevere offerte di lavoro da enti pubblici, a livello locale ma anche regionale, messe a diposizione con assunzione in mobilità diretta. Il problema è che, ad oggi, le offerte sono state poche.
Le richieste
Due questioni che sono state affrontate ieri in occasione del presidio, che ha visto intervenire Luca Quagliotti, segretario generale provinciale Cgil; Francesco Lo Grasso, componente della segreteria Uil Piemonte; Alessandro Delfino, segretario generale Fnp Cisl Alessandria – Asti che aveva guidato giovedì scorso un primo presidio sotto la sede del Consiglio regionale (per saperne di più leggi qui).
«Il mio compito – riferisce Quagliotti – è stato quello di inquadrare la situazione in occasione dell’audizione in Consiglio regionale, alla presenza del vice presidente Fabio Carosso, degli assessori Elena Chiorino e Marco Gabusi e del vice presidente del Consiglio regionale Daniele Valle. In sostanza ho avanzato due richieste a livello unitario: trovare le modalità per pagare l’indennità di m0bilità ai lavoratori e arrivare alla ricollocazione dei dipendenti. Ad oggi le proposte arrivate per assunzioni in mobilità diretta da parte di Enti pubblici a livello regionale sono state una decina, e riguardano un amministrativo, un fisioterapista e sette operatori socio-sanitari. Troppo poche. Noi attendiamo un piano complessivo che porti alla ricollocazione di tutti i lavoratori. A questo proposito – come Cgil, Cisl e Uil – siamo stati convocati il 13 marzo presso la Regione per studiare un piano in questo ambito».
Le risposte della Giunta regionale
Nel corso dell’incontro i rappresentanti della Giunta regionale hanno confermato sia la massima attenzione della Giunta sull’andamento della vicenda, sia l’impegno sul piano occupazionale per i lavoratori il cui contratto si è interrotto il 31 dicembre scorso (ovvero i dipendenti che avevano un contratto a tempo determinato) e che hanno aderito alla proposta di progetto concordata durante gli incontri organizzati da Agenzia Piemonte Lavoro.
«Con gli assessori Chiorino, Marrone e Icardi la Regione ha attivato un confronto con i sindacati sui tavoli convocati ad Asti dal Prefetto Claudio Ventrice per gestire la chiusura della casa di riposo “Città di Asti”», dichiara Fabio Carosso, vicepresidente della Regione. «Il nostro impegno, superata l’emergenza degli ospiti, è rivolto ad individuare i percorsi di ricollocazione dei lavoratori. Inoltre, come è già stato anticipato, con il collega Marrone abbiamo scritto a Finpiemonte per verificare che la finanziaria regionale possa intervenire come garante nei confronti della Banca di Asti per pagare le indennità di mobilità ai lavoratori ancora in carico alla struttura».
L’intervento dell’assessore Chiorino
«Come assessorato, per ogni crisi aziendale, abbiamo strutturato un modello operativo costituito da Apl, Regione ed Anpal per accompagnare i lavoratori, che aderiscono volontariamente, in un percorso di profilazione personalizzata delle proprie competenze per trovare ricollocazione nel minor tempo possibile», ha commentato l’assessore al Lavoro Elena Chiorino. «Anche per i lavoratori astigiani (compresi i dipendenti a tempo indeterminato, ndr) – prosegue – è stata subito attivata questa opportunità e contestualmente si presta la massima attenzione all’evolversi della situazione. Sono in corso i colloqui e, in alcuni casi, si è in attesa dell’esito per quelli già avvenuti. La Giunta regionale c’è e non vuole far mancare il proprio sostegno ai lavoratori. Di questo non deve essere alcun dubbio».
«La situazione dei lavoratori è assolutamente eccezionale e come tale va trattata», ha confermato l’assessore Marco Gabusi. «Purtroppo i nostri Comuni sono quasi tutti di dimensioni medio-piccole e non in grado di far fronte ad un numero così elevato di assunzioni. La Regione Piemonte, però, farà la sua parte per ricollocare tutte le persone che oggi vivono questa momento di difficoltà».