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Pino d’Asti, volontari ripuliscono un bosco antico da una discarica abusiva

Giovedì ripulito il Bosco Vecchio del Lunè riportato alla sua integrità naturalistica

Il Bosco Vecchio del Lunè

L’unione fa la forza. Anche quando c’è da salvare un gioiellino boschivo dall’incivile gesto di chi ne ha voluto trasformare un angolo in discarica abusiva.

E’ così il Bosco Vecchio del Lunè, sul confine meridionale del territorio di Pino d’Asti con la frazione Mondonio di Castelnuovo Don Bosco, grazie all’impegno dei volontari di diverse associazioni (Circolo Legambiente Valtriversa, Pro Natura Piemonte, Centro di Cultura Naturalistica di Montiglio, Associazione “Terra, Boschi, Gente e Memorie”,Osservatorio del Paesaggio per il Monferrato e l’Astigiano, Associazione Frutteto di Vezzolano, con il sostegno del Comune di Pino d’Asti) ha ritrovato il suo antico respiro naturale.

Perchè è così importante

E’ Franco Correggia, presidente di Terra, Boschi, Gente e Memorie a raccontare perché quel bosco è così importante: «Si tratta di una cenosi boschiva in cui si associano roverella, cerro, farnia, carpino bianco, acero campestre, castagno, bagolaro, pioppo tremolo, ciliegio, ciavardello e pino silvestre. Al suo interno sopravvivono alcune isolate stazioni abissali di faggio, specie arborea montana che in questi distretti collinari riveste, come il pino silvestre, il significato di relitto glaciale. Il sottobosco annovera molte entità ecologicamente diversificate (angiosperme arbustive ed erbacee nemorali, felci, muschi, epatiche, funghi, mixomiceti, licheni), tra le quali figurano specie rare per l’ambito territoriale astigiano. Anche la fauna (invertebrati e vertebrati) associata a questo ambiente forestale presenta aspetti interessanti».

Insomma, uno di quegli “scrigni” di biodiversità così diffusi e così fragili nel Nord Astigiano tanto da spingere l’associazione ad acquistarli per salvaguardarli, come recentemente avvenuto per l’alneto di Santonco.

Scaricato rifiuti di ogni genere

Ebbene, qualcuno qualche mese fa ha rovesciato nel cuore di questo bosco antico un carico di rifiuti di ogni genere. «Un gesto – prosegue Correggia – che ha provocato un’orrenda ferita estetico paesaggistica nell’ambiente forestale che minacciava di soffocare per sempre alcune colonie di specie vegetali localmente rare come orchidee spontanee, campanulacee poco comuni, brugo e altro».

Giovedì scorso un gruppo di volontari si è dato appuntamento nel pomeriggio nel bosco e in alcune ore di lavoro, ovviamente nel pieno rispetto delle norme anti Covid, ha rimosso tutti i rifiuti scaricati restituendo il bosco alla sua integrità.

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