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Maurizio Rasero con il console cinese Liu Kan
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Asti e Nanyang, un gemellaggio che si basa «sui rapporti umani»

Il Consiglio comunale ha approvato la pratica che apre, ancora di più, le porte di Asti all’Oriente (e viceversa)

La Città di Asti si è ufficialmente gemellata con la Prefettura cinese di Nanyang, nella provincia dell’Henan, trasformando un “Patto di Amicizia”, siglato nel 2012 ai tempi del sindaco Fabrizio Brignolo, in un impegno più solido di collaborazione nei settori del commercio, dell’economia, dell’innovazione, del turismo e della cultura. La pratica del gemellaggio è stata approvata durante l’ultimo Consiglio comunale con ventitré voti favorevoli e l’astensione di cinque consiglieri di minoranza (Massimo Cerruti, Paolo Crivelli, Maria Ferlisi, Gianfranco Miroglio e Roberto Vercelli).

Il gemellaggio, fortemente sostenuto dal sindaco Maurizio Rasero, riconosce che tra Asti e la Cina si siano create, nel corso degli anni, buone relazioni «sostenute dal Ministero degli Affari Esteri e dal Consolato Generale Cinese a Milano e si sono concretizzate anche numerose visite istituzionali di delegazioni ufficiali in eventi organizzati per la valorizzazione dei reciproci rapporti e in interventi sociali in occasione della recente pandemia».

Durante la discussione della pratica, che ha impiegato buona parte del tempo a disposizione, Rasero ha spiegato che «sono dieci anni che frequentiamo queste persone (i cinesi ndr) e con loro abbiamo già detto e fatto dei progetti e altri ne vorremmo fare, quindi sarò grato a tutti voi se vorrete appoggiare e votare la pratica; sono certo che ci porterà sviluppi molto belli».
Rasero ha cercato di spiegare su quale fondamento si basa l’idea del gemellaggio richiamando quelli siglati in passato.
«Il gemellaggio con Biberach o Valence non nacque per aspetti economici, ma culturali e iniziò con lo scambio dei nostri studenti. Allo stesso modo questo gemellaggio è certo favorito da un imprenditore cinese, ma nel frattempo esistono persone che si sono conosciute per dieci anni. Confronti che nascono per rapporti che sono umani. Io possiedo 150 numeri di contatti cinesi, scrivo con loro su WeChat e commentiamo il più e il meno. Ricevo auguri anche nelle feste, che magari non sono le loro, ma direi che possiamo partire da qui, dai rapporti umani, e poi vediamo quello che succede».

Ma se la maggioranza ha votato senza indugio il gemellaggio, l’opposizione si è spaccata tra favorevoli e astenuti. Tra questi i consiglieri del Pd che hanno lasciato a Roberto Vercelli la spiegazione del loro voto. «L’idea di dire facciamolo e poi vediamo che succede non mi sembra un granché e aggiungo che i gemellaggi con Biberach o Valence hanno avuto una storia ben diversa, perché a quel tempo si parlava di Europa». In sostanza il Pd ha contestato al sindaco di aver portato in Consiglio una pratica «senza programmazione e senza il coinvolgimento di altri Enti, come la Camera di Commercio o l’Unione Industriale». Da qui la decisione di astenersi.

Anche Gianfranco Miroglio dei Verdi si è astenuto: «Avevo chiesto al sindaco alcuni chiarimenti su aspetti più tecnici della pratica che probabilmente non potevano esserci. – ha spiegato in aula – Sono convinto che si poteva dare ancora qualche tempo per analizzare la pratica e istruire un po’ meglio le indicazioni e i dati su quelli che sono gli aspetti concreti del gemellaggio».
Massimo Cerruti (M5S), anche lui astenuto, ha chiesto informazioni su come verrà inquadrato il gemellaggio dopo l’approvazione della pratica: «Non si tratta certo delle pur importanti 10.000 bottiglie di vino che magari si venderanno o meno, ma vorrei capire qualcosa di più su quale sia il percorso generale che si intende fare e in che modo strutturare un progetto più completo».

A difendere la scelta dell’amministrazione comunale ci ha pensato, tra gli altri, il consigliere di Fratelli d’Italia Roberto Venturini che si è rivolto proprio alla minoranza: «Conoscendo le persone che si stanno adoperando sulla pratica – ha commentato – penso che meriterebbero un po’ più di rispetto, a cominciare dal nostro sindaco e tutta la maggioranza. Avere un po’ più di fiducia in quello che può essere fatto potrebbe creare uno stato di maggiore coesione e di capacità di collaborazione».

[nella foto il sindaco Rasero a Milano con il console cinese Liu Kan]

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