Il cavallo, o come lo chiama simpaticamente lui, il “Pony”, Tony Arbolino, dopo il terzo posto lusitano ha “sgroppato” fino alla vetta del podio sotto l’acqua di Termas de Rio Hondo, in Argentina, balzando in testa al campionato di Moto2, a più otto da Aron Canet. Lucio Nicastro, il suo capo tecnico della Elf Marc VDS Racing Team, astigiano doc, si gode meritatamente un altro successo nella sua passione da una vita, le due ruote. “Trova un lavoro che ti piaccia ed avrai cinque giorni in più per ogni settimana”, un aforisma che calza a pennello nella descrizione del nativo di Milena giunto nella città di Alfieri a soli tre anni. E non potrebbe essere diverso, perché nel gestire le pressioni di un “circus” elettrizzante e frenetico come quello della MotoGP servono sangue freddo e grande passione. Una valigia sempre pronta per la prossima tappa nel mondo, un inizio da pilota nell’Italiano 125 nel lontano 1989 per poi non lasciare più il mondo del motociclismo: Nicastro e le due ruote sono in sintesi il connubio di una vita intera.
Lucio, più di trent’anni nel mondo delle due ruote: dove nasce questa grande passione e sin dove ti ha portato?
nasce a quattro anni, i miei zii avevano la moto e me ne sono innamorato. Nel 1989, fino al 1992, ho corso con l’amico Max Gambino nell’Italiano 125 Sport Production e non sono più uscito da quel mondo. Durante l’Università lavoravo nell’Italiano corse, poi nel Supermotard dal 1999 al 2006, successivamente nel Mondiale Supersport fino al 2013. Dal 2014 a oggi il mio lavoro è da capo tecnico in Moto2.
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