Sono 388, di cui 300 nel Reparto D del cimitero urbano e i restanti distribuiti nei cimiteri frazionali, i loculi la cui concessione scadrà nel 2023 e che l’amministrazione comunale intende liberare, salvo diverse disposizioni degli aventi titolo, per garantire sufficienti spazi a nuove sepolture. Si tratta di concessioni cinquantennali, sottoscritte nel 1973, che ricadono sotto una norma nazionale che vieta le concessioni perenni obbligando i Comuni a intervenire, alla scadenza dei contratti, per regolamentare l’uso dei loculi. A spiegare come l’Asp e il Comune intendano gestire le scadenze sono stati il consigliere comunale delegato ai cimiteri, Piero Ferrero, e il sindaco Maurizio Rasero.
«Le lettere ai parenti dei defunti stanno già arrivando ed entro 30 giorni dal ricevimento potranno scegliere se chiedere una proroga della concessione per altri 20 anni, pagando 1.000 euro (130 per l’ossario), oppure se traslare i resti del defunto in una cappella privata, pagando solo i costi di apertura e chiusura della tomba. Un’altra opzione è quella di cremare i resti, pagando 396,46 euro, per poi scegliere se tumulare l’urna in una tomba o disperdere le ceneri. Non potranno, in ogni caso, portare via le urne per conservarle in casa perché parliamo di defunti antecedenti al 2021».
Se parenti o eredi non dovessero rispondere all’appello del Comune, l’Asp aprirà le tombe e valuterà lo stato di conservazione dei corpi: se sono presenti solo le ossa, i resti verranno traslati in un deposito per 12 mesi e, al termine dell’anno, sistemati nell’ossario comune; nel caso ci fossero ancora le spoglie, si svolgerà una cremazione e le urne saranno conservate per 12 mesi, quindi collocate nel cinerario comune.
«La richiesta di restituzione dei resti, se fatta entro un anno, comporterà il pagamento delle spese sostenute d’ufficio, ma saranno gratis per famiglie con Isee inferiore a 12.000 euro» precisano gli amministratori. Con la scadenza delle concessioni e considerando anche le tombe vuote, il cimitero di Asti conta circa 120 loculi disponibili e questo renderebbe ancora gestibile la richiesta senza dover consumare ulteriore suolo con nuove immediate edificazioni.
Ad Asti i costi delle sepolture, rispetto a molte altre città, sono in media più bassi. Per quanto riguarda le nuove concessioni, i costi variano a seconda delle file e della costruzione del loculo: 2.607 euro per la seconda fila, la più richiesta, in una vecchia costruzione che diventano 2.896 in una nuova costruzione. Una tomba in settima fila può costare da 450 a 500 euro. I nuovi cinerari con concessione per 70 anni variano, invece, da 300 a 985 euro.
Dal 2018 a oggi le cremazioni sono state in costante aumento, con un picco massimo registrato nel 2020 durante il primo anno della pandemia: 457 (2018), 556 (2019), 1012 (2020), 847 (2021), 797 (2022) cui si aggiungono le 262 già avvenute quest’anno. Le tumulazioni nei loculi sono state 682 (2018), 710 (2019), 623 (2020), 487 (2021), 433 (2022) e 111 dall’inizio del 2023.
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