Il 15 aprile di 111 anni fa, nel 1912, il Titanic si inabissò nelle fredde acque dell’oceano Atlantico durante il suo viaggio inaugurale. È la tragedia navale più celebre di sempre, quella più raccontata al cinema e in decine di libri, nella quale morirono 1.518 persone, compresi i membri dell’equipaggio. Solo 705 persone riuscirono a sopravvivere e a raccontare quei drammatici momenti, nella gelida e buia notte di aprile, che cambiarono per sempre le regole della navigazione, specie per quanto riguarda gli standard di sicurezza e l’obbligo di avere a bordo scialuppe di salvataggio per tutti.
Tra le vittime ci fu anche l’astigiano Vincenzo Pio Gilardino, nato a Canelli il 27 gennaio 1881. Aveva 31 anni quando si imbarcò la mattina del 10 aprile 1912 a bordo «del battello più grande del mondo», come lo definì nell’ultima lettera al fratello spedita quattro giorni prima della partenza.
Cresciuto in una famiglia numerosa di quattro fratelli e tre sorelle, appena ragazzo verso i primi del Novecento lasciò il Piemonte in cerca di fortuna. A Southampton, in Inghilterra, fu notato e assunto dal connazionale Luigi Gatti il quale lo impiegò come cameriere e steward sulle navi della White Star, tra cui proprio “l’inaffondabile” Titanic. A coronamento della sua precoce carriera ci fu, infatti, l’ingaggio per il servizio sulla prima classe del Titanic nel suo atteso viaggio inaugurale.
Il viaggio sul transatlantico da Southampton a New York doveva essere l’ultimo come cameriere dal momento che il fratello Gustavo aveva aperto una pasticceria a Manchester dove Vincenzo Pio avrebbe dovuto trasferirsi per iniziare a lavorare nell’impresa di famiglia. Probabilmente si sarebbe anche sposato, ma tutti i suoi sogni affondarono con lui (il corpo non fu mai ritrovato) nell’Atlantico, insieme alla più grande nave del mondo.
Anche Luigi Gatti morì a bordo del Titanic, non prima però di aver consegnato la lista dei camerieri da lui ingaggiati a una passeggera di prima classe che stava salendo su una scialuppa. Un disperato gesto per poter avvisare le famiglie della loro morte in mare. La maggior parte erano piemontesi come Battista Bernardi, 22 anni, di Roccabruna (CN), Davide Beux, 26 anni, di Chisone (TO), Giuseppe Fioravanti, 23 anni, di Burolo (TO), Alberto Parecchi, 20 anni, di Fubine (AL), Alfonso Perotti, 20 anni, di Borgomanero (NO), Angelo Mario Rotta, 23 anni, di Novara, Giovanni Sacaggi, 24 anni, di Cannobio (VCO), Giovanni Salussolia, 25 anni, di Vercelli e Candida Scavino, 42 anni, di Guarene (CN).
È stato il nostro giornale, nel 2017, a riportare l’attenzione sul caso di Gilardino la cui storia ci è stata raccontata da Luigi Gilardino, nipote di Vincenzo.
[il video, di repertorio, è stato pubblicato nel 2017 dopo l’intervista al nipote di Gilardino, Luigi Gilardino]