La domanda che ci è stata sovente posta in questi ultimi anni è questa: “A quasi ottant’anni dalla fine della guerra, i partigiani sono ormai quasi tutti scomparsi. Ha ancora senso l’esistenza dell’Anpi?”. La prima, perentoria risposta, sta nei fatti che registrano un costante e al momento inarrestabile incremento dei tesseramenti in tutta Italia. Una replica più meditata fa invece necessariamente riferimento alla storia politica e sociale del nostro Paese. Sempre più frequenti sono infatti gli attacchi, da parte di frange più o meno agguerrite di neofascisti e neonazisti, ma anche di importanti cariche istituzionali dello Stato, alla Costituzione repubblicana, figlia illuminata della temperie politica e morale che aveva animato l’azione dei partiti del Cln, così come sono sempre più pressanti, per quanto sgangherate, le richieste, in senso reazionario e sovranista, di modifica di alcune delle norme e dei procedimenti istituzionali che regolano la vita democratica del Paese.
Perché, dunque, è ancora attuale non solo l’esistenza, ma soprattutto la quotidiana attività dell’Anpi? Da una parte, per ricordare nella giusta e antiretorica dimensione storica, la straordinaria importanza della Resistenza e di tutti coloro che ne sono stati coraggiosi e sovente eroici protagonisti, e dall’altra per allargare la conoscenza e, quando è il caso, tutelare e difendere, i valori di democrazia e libertà contenuti nella nostra Costituzione che hanno il loro fondamento nella sacrosanta richiesta di diritto al lavoro, alla salute, all’istruzione, alla difesa dell’ambiente, e sul fronte contrario, al rifiuto della guerra, del razzismo, di ogni pernicioso sovranismo. In poche parole alla totale affermazione dell’antifascismo come affermazione di pacifica convivenza. I partigiani presero le armi per non doverle mai più prendere.
Su questa linea si muove quest’anno l’impegno dell’Anpi di Asti che, nella consapevolezza del difficile momento che il mondo sta vivendo, dopo l’emergenza sanitaria causata dalla pandemia e i sempre più preoccupanti eventi bellici che stanno insanguinando l’Europa e molte altre aree di Asia e Africa, ha deciso di richiamare l’attenzione sull’anniversario degli scioperi del ’43 che segnarono l’inizio della Resistenza al fascismo.
Rifacendosi dunque a quel drammatico periodo, in cui si evidenziò, per coraggio e determinazione, il contributo delle donne, l’Anpi di Asti sta infatti curando la ristampa delle testimonianze, raccolte dal Collettivo Gramsci-Teatro del Mago Povero nel 1973, realizzando al contempo, presso il Circolo Way-Assauto, un memoriale che ricorda il contributo alla lotta antifascista degli operai astigiani e la figura di Remo Dovano, primo partigiano astigiano fucilato dai fascisti nel maggio del 1944.
Paolo Monticone
Presidente ANPI di Asti
Il programma degli appuntamenti di oggi
Ore 8,30
Cimitero cittadino
Messa al Sacrario dei Caduti officiata dal vescovo monsignor Prastaro. A seguire omaggio alla tomba del comandante partigiano Francesco Roso “Perez”.
Ore 9,30
Bosco dei partigiani
Deposizione di fiori alla stele in memoria della Resistenza
Ore 10
Giardini Pubblici di viale alla Vittoria
Deposizione di fiori al Cippo dei Partigiani e lettura di un brano delle memorie dell’operaia “resistente” Olga Marchisio a cura di Cristina Gallerani, impiegata Dierre
Ore 10,15
Viale alla Vittoria
Partenza corteo verso piazza Primo Maggio per deposizione di fiori al Monumento ai caduti.
Ore 10,45
Piazza San secondo
Saluto del vicepresidente provinciale Anpi Maurizia Giavelli, interventi del sindaco Rasero e del vescovo Prastaro cui seguiranno brani musicali e il canto di Bella Ciao.
Ore 12
Giardino Gilberto Barbero (Strada Fortino angolo via Amico)
Deposizione corona d’alloro al cippo in memoria di Barbero, interventi di Luigi Florio presidente dell’associazione Italia-Israele, del sindaco Rasero ed orazione del professor Claudio Vercelli sul ruolo della Brigata Ebraica nella Liberazione dell’Italia. Lettura di un brano di Barbero da parte della figlia Paola. Seguirà testimonianza di una cittadina ucraina sulla guerra della Russia contro il suo Paese e una di una cittadina ebrea iraniana sulla resistenza del suo popolo al regime degli Ayatollah.