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“Il Primo maggio giorno di festa e di lotta: al centro il lavoro degno”

Stamattina ad Asti la manifestazione promossa da Cgil, Cisl e Uil che ha ricordato i 75 anni della Costituzione italiana

“Il Primo Maggio è sempre poggiato sul binomio “festa e lotta”, in quanto è un giorno per festeggiare, ma anche per costruire nuovi orizzonti di vita”.
Sono le parole di Ignazio Ganga, segretario confederale nazionale del Consiglio generale del sindacato Cisl, intervenuto in occasione della manifestazione promossa, come ogni anno per la festa dei lavoratori, dai sindacati Cgil, Cisl e Uil ad Asti. Con un programma parzialmente modificato per il rischio pioggia, la manifestazione ha visto comunque lo svolgimento del corteo preceduto dalla banda municipale G.Cotti e il comizio sotto i portici del Palazzo della Provincia (invece che in piazza Statuto).

Le parole di Pierluigi Guerrini

A prendere la parola Pierluigi Guerrini (Uil) che ha iniziato il suo intervento facendo un riferimento alla stretta attualità, manifestando perplessità sulle risposte fornite ieri dal Governo ai sindacati in merito al decreto lavoro, in primo luogo per quanto riguarda gli interventi a favore di lavoratori dipendenti e pensionati, e molti dubbi sulle iniziative economiche del Governo.
Per poi ricordare “i problemi che tutti i giorni ci troviamo ad affrontare”. “Mi riferisco – ha spiegato – alla sanità sempre più privatizzata che non risponde alle esigenze delle persone, agli oltre mille morti all’anno sul lavoro, una tragedia riguardo a cui il Governo non ha fatto nulla. Quindi al modo con cui è definita la Pubblica Amministrazione, che viene considerata inefficiente. Peccato che non abbia a disposizione il numero adeguato di dipendenti. Tutti motivi per cui il Primo Maggio non è solo un giorno di festa, ma di lotta”.

L’intervento di Arianna Franco

Ad Arianna Franco, componente della segreteria confederale provinciale Cgil, il compito di ricordare il tema cui è stata dedicata, a livello nazionale, la manifestazione odierna: ovvero, il 75esimo anniversario della Costituzione italiana. Ha infatti richiamato numerosi articoli della legge fondamentale dello Stato per evidenziarne l’importanza e il fatto che non sempre quei principi, ancora oggi, vengono applicati. “L’articolo 1 – ha spigato – inizia affermando che ‘l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro’. Ecco, noi non vogliamo più lo sfruttamento sul lavoro, in quanto il lavoro deve essere, come la cultura, vettore di dignità e libertà. Quindi deve essere sano e adeguatamente retribuito. Non vogliamo più assistere alla tragedia delle morti sul lavoro e alla forbice salariale tra lavoratori italiani e di altri Paesi dell’Europa occidentale. Un divario che nel 2011 era di 240 euro annui, salito a 1.000 nel 2014 e balzato addirittura a 3.500 nel 2021. E questo perché le retribuzioni dei lavoratori italiani hanno smesso di crescere”.
Tra gli altri temi analizzati, “il divario sul posto di lavoro dovuto al genere, con le donne che non vedono ancora la parità salariale con i colleghi uomini (contro il principio affermato dall’articolo 36 della Costituzione), e la necessità che l’Italia sia un Paese accogliente nei confronti degli stranieri (articolo 10), Accogliere e integrare nella nostra società gli stranieri come cittadini e lavoratori è giusto, umano, costituzionale e, al contempo, darebbe respiro al welfare e al sistema previdenziale”.
Infine, con un riferimento alla guerra in Ucraina, ha richiamato l’attenzione sul fatto che l’Italia ripudia la guerra (articolo 11).

Le conclusioni di Ignazio Ganga

A trarre le conclusioni è stato quindi Ignazio Ganga. Un discorso in cui ha innanzitutto ricordato alcune manifestazioni del Primo maggio nel mondo che sono passate alla storia: dal 1° maggio 1886 negli Stati Uniti, represso nel sangue, in cui i lavoratori manifestavano per il diritto alle otto ore di lavoro, a quello di Portella della ginestre nel 1945, quando banditi assoldati dalla mafia spararono sui manifestanti, fino al 1° maggio 1945, dove anche nell’Astigiano appena liberato ci si ritrovò per festeggiare. Dobbiamo quindi continuare a ricordare questa importante data anche oggi. Al centro il lavoro, che può essere connotato da una sola parola: degno”.
Tra i vari temi affrontati, Ganga ha richiamato l’incontro tra Governo e sindacati di ieri sera sul decreto lavoro. “Abbiamo rilanciato numerose priorità, come la necessità di stabilità per i precari, sostegno ai poveri, aiuti ai non autosufficienti, l’integrazione degli stranieri, un fisco più equo affiancato dalla lotta all’evasione, il contrasto all’inflazione e il rinnovo dei contratti pubblici e privati. Da parte del Governo abbiamo raccolto un’apertura sull’abbattimento del cuneo fiscale. Raccogliamo la sfida”.
Al termine, il ringraziamento a tutti i lavoratori e l’abbraccio simbolico a tutti coloro che, dal punto di vista occupazionale, sono in difficoltà. Per poi ricordare: “Facciamo uscire il lavoro dall’insicurezza insostenibile che lo caratterizza: la flessibilità non deve diventare precarietà permanente”.

Il saluto del sindaco Rasero

Al termine il saluto istituzionale del sindaco e presidente della Provincia Maurizio Rasero, impegnato stamattina anche con una delegazione cinese in visita ad Asti, che ha ringraziato Cgil, Cisl e Uil per “l’impegno quotidiano a fianco delle Istituzioni, nell’interesse dei lavoratori ma anche dello sviluppo del territorio”.
In chiusura Guerrini ha rinnnovato l’appuntamento per le tre manifestazioni interregionali organizzate dai tre sindacati – il 6 maggio a Bologna, il 13 a Milano e il 20 a Napoli. “La lotta continua – ha concluso – per mettere al centro il lavoro”.
La manifestazione è terminata con il concerto del Federico De Martino trio nel salone consiliare del Palazzo della Provincia.

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