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Cronaca

Asti, accusati di essersi fatti la villa con campi da tennis e piscina grazie ai soldi delle truffe agli anziani

Stamattina eseguiti sei arresti e quattro misure cautelari più lievi. Tutto riconducibile all’operazione Cops di maggio

Prosecuzione dell’operazione Cops

Sono stati diramati alcuni dettagli dell’operazione in corso da stamattina guidata dai carabinieri della Compagnia di Imperia su coordinamento della Procura di Asti e con l’aiuto dei colleghi di Asti, Villanova, Canelli, Torino Mirafiori e Nichelino.

10 misure cautelari

Si tratta dell’esecuzione di 10 misure cautelari (delle quali 3 arresti in carcere, altrettanti ai domiciliari e 4 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria) nei confronti di un gruppo di persone gravemente sospettate di essersi intestati beni acquistati con i soldi provenienti da furti e truffe agli anziani.

Come spiegano i carabinieri di Imperia, si tratta della prosecuzione dell’Operazione Cops che nel maggio scorso avevano levato il velo sul gruppo di persone attivi nei cosiddetti reati predatori: furti in abitazione e truffe ai danni di persone sole ed anziane avvenuti sia in provincia di Imperia che in altre località del Nord Italia.

I colpi del “falso maresciallo”

Quasi 200 mila euro il valore stimato del bottino del bottino sottratto ad anziani con la tecnica del “falso maresciallo”. Così infatti, Enzo Agazzi, astigiano, si presentava a casa degli anziani e spiegava loro che stava indagando su alcuni impiegati infedeli della loro banca che avevano messo in circolazione banconote false. Ovviamente la richiesta era quella di mostrare le banconote che gli anziani avevano in casa e così aveva pronto il bottino consegnato dalle stesse mani delle vittime che venivano convinte della falsità del denaro che avevano in casa  e della necessità di sequestrarlo.

Con lui, a maggio, erano stati arrestati anche due complici: Michele Costa e Francesco Franco che gli facevano da palo e da autisti.

«L’odierna indagine ha permesso di acclarare come alcuni membri di questo gruppo – scrivono i carabinieri – tenessero un tenore di vita al di sopra delle loro possibilità, tenendo conto che non risultava alcun introito lecito».

Carosello di prestanome

Proprio la villa sequestrata ad Asti è stata acquistata con assegni circolari e denaro contante e che la principale preoccupazione del gruppo fosse quello di trovare prestanome cui intestare i loro beni per eludere il sequestro preventivo, strumento giudiziario di prevenzione cui la Procura di Asti fa spesso ricorso per aggredire patrimonialmente chi si dedica ai furti predatori. Le indagini hanno permesso di appurare anche che nel giro di prestanome ci sono anche persone totalmente ignare di essere intestatarie di beni, soprattutto autovetture, in uso alla banda.

Trasloco di oggetti di valore per paura della perquisizione

Agazzi, quando si è accorto che vicino a casa sua era stata installata una telecamera di sorveglianza, nel giro di poche ore, insieme ai suoi famigliari, ha portato via moltissimi oggetti di valore per paura di una imminente perquisizione.

La villa astigiana sequestrata è molto ampia, circa 400 metri quadri su tre livelli con parco, piscina, campi da tennis e calcetto.

 

 

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