Devastato poco meno di un mese fa dai soliti ignoti che l’hanno preso di mira distruggendo l’impianto di illuminazione, danneggiando le telecamere di sorveglianza (per altro non funzionanti) e le porte d’ingresso appena installate verso l’uscita di corso Savona, il Movicentro è stato chiuso a tempo indeterminato per lavori di ristrutturazione. Interventi non più rinviabili, necessari non solo per rimettere in ordine le zone devastate, ma anche per effettuare una serie di lavori di ripristino e tinteggiatura delle pareti sperando di rendere quel luogo più appetibile e sicuro.
Appetibile per eventuali imprenditori che abbiano voglia di aprire una qualche attività nei locali del piano superiore, dove fino a pochi mesi fa c’era un noto ristorante. Il locale, che serviva anche da deterrente per eventuali malintenzionati, ha chiuso definitivamente lasciando un enorme spazio vuoto che potrebbe essere utilizzato per altri scopi. Sicuro, invece, per tutti gli utenti che passano dal Movicentro per attraversare corso Einaudi in sicurezza e per raggiungere gli autobus, piazza Marconi o piazza del Palio.
Una chiusura, quella dell’edificio, che durerà almeno per tutto il mese di maggio, ma probabilmente anche a giugno dal momento che l’Asp, gestore dell’immobile, ha previsto di effettuare un intervento nell’impianto di condizionamento. Le telecamere di sorveglianza non saranno più a circuito chiuso, ma verranno collegate alla sala di controllo della polizia municipale così da poter essere visionate in tempo reale, a differenza di quelle attuali, e adoperate per sventare eventuali episodi di futuri danneggiamenti. L’Asp, per consentire che i lavori si facciano in sicurezza, ha deciso installare alcuni sbarramenti in legno, necessari a inibire l’accesso ai pedoni in tutte le aree del Movicentro a eccezione della fermate delle corriere e degli uffici aperti al pubblico.
Ma il Movicentro sarà davvero riaperto al pubblico? A differenza di quanto ipotizzato immediatamente dopo la scoperta degli atti vandalici, la struttura dovrebbe rimanere aperta come luogo di passaggio tra corso Einaudi e la stazione, ma certezze sulle tempistiche non ci sono. Nel frattempo i pedoni possono attraversare corso Einaudi sul piano stradale, come già avveniva nei giorni festivi a Movicentro chiuso.
Di certo uno dei nodi da risolvere è portare una qualche attività al posto dell’ex ristorante per ridare vita alla zona di passaggio. «Provocatoriamente noi una proposta la lanciamo: lo si dia con prezzo simbolico a realtà culturali, a realtà del terzo settore, se ne faccia uno spazio culturale, uno spazio per giovani con wi-fi, sale studio e bar annesso – torna a suggerire il gruppo di Ambiente Asti tramite il suo consigliere Mario Malandrone – Quante sono le realtà che lamentano la mancanza di spazi, ivi comprese alcune scuole, biblioteche, giovani, associazioni? Ovvio che serva ripulire la frequentazione, ma ciò che ci metti fa la differenza e poi possiamo contare su un assessorato efficiente, no? Magari si riuscirà a far funzionare in modo altrettanto efficiente, prima o poi, qualche telecamera, ma intanto si deve avere una visione come città che dia idea che i problemi li sappiamo affrontare in modo virtuoso».
Nel frattempo un altro cantiere si è aperto sull’attraversamento ferroviario di corso Savona, proprio a ridosso del Movicentro. Lavori per i quali è stato chiuso il passaggio pedonale in direzione di corso Einaudi tanto da creare un’ulteriore criticità a chi, venendo da corso Savona, deve raggiungere piazza Marconi o piazza del Palio. Non essendoci altre soluzioni i pedoni devono scegliere se camminare sulla carreggiata rasentando il marciapiede (azione non priva di pericoli visto il passaggio delle auto) o attraversare fino a piazza del Palio in corso Einaudi per poi scendere dalla scaletta ai lati del parcheggio.
Una risposta
altri soldi pubblici buttati. telecamere di sorveglianza non funzionanti. perché? l’assessore alla sicurezza dovrebbe dimettersi seduta stante. l’incompetenza e l’assenza di qualsiasi piano sono davvero sconcertanti. ormai i grandi proclami fioccano, all’atto pratico basta rimanere saldi sulla sedia e basta. Asti è sempre più in declino, buona parte della responsabilità è della politica locale tutta.