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Cronaca
Corte d’Assise

Omicidio di Bra: il pm chiede l’ergastolo per i due imputati

Alle battute finali il processo per la morte di Avenir Hysaj. Il pm ha ricostruito quanto accaduto il 21 febbraio grazie ai dati “tecnici” di gps dell’auto usata per nascondere il cadavere e i tabulati telefonici.

Il massimo della pena, l’ergastolo: questa la richiesta del pm Simona Macciò al termine della requisitoria nel processo per l’omicidio di Avenir Husay, conosciuto con il soprannome di “Nino” ritrovato ucciso da tre colpi di pistola alla testa in una rocca di Pocapaglia nel febbraio del 2021 a qualche giorno dalla sua scomparsa.

Ad occuparsi del processo è la Corte d’Assise di Asti, presieduta dal giudice Alberto Giannone, che dovrà sentenziare sui due imputati, Nicholas Luppino e Daniele Savoia, entrambi di Bra, come la giovane vittima.

Per la pubblica accusa Luppino è il mandante e Savoia l’autore materiale dell’omicidio che si è consumato in un capannone adiacente il Circolo Arcobaleno di Bra, gestito da Luppino e dalla sua famiglia. Il movente sarebbe da ricercare nello spaccio di droga in città, forse un debito non pagato dalla vittima.

Nell’articolata requisitoria di oggi, il pm ha messo in fila i tanti dati tecnici che supportano i pilastri del castello accusatorio: dagli spostamenti quasi millimetrici della Porsche Macan intestata ad un ristoratore della zona che in quei giorni era nella disponibilità di Luppino, alle telecamere di video sorveglianza cittadine installate nei pressi del circolo che hanno restituito i movimenti dell’auto la sera e la notte della scomparsa di “Nino” e, non ultimi, i tabulati telefonici delle utenze dei due imputati.

E poi quei mozziconi di sigaretta ritrovai sul luogo dell’omicidio con il Dna di Savoia e la sparizione delle telecamere di sorveglianza del circolo Arcobaleno proprio in riferimento a quelle ore cruciali.

Per la pubblica accusa tutto riporta alla responsabilità dei due imputati, presenti in aula e assistiti dagli avvocati Renato Cravero e Carla Montarolo.

Della stessa idea i due avvocati di parte civile, Marino Careglio per i genitori della vittima e Alessio Pergola per la sorella che hanno chiesto un risarcimento danni complessivo che sfiora il milione e mezzo di euro.

L’udienza riprenderà il 13 giugno per dare la parola ai difensori degli imputati che hanno sempre respinto l’accusa di omicidio.

 

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