Nel giorno dei funerali di stato di Silvio Berlusconi, ma anche del lutto nazionale che sta facendo ancora discutere l’opinione pubblica tra favorevoli e contrari, anche nel Consiglio comunale di Asti si sono accesi gli animi quando la figura dell’ex Presidente del Consiglio, morto a 86 anni, è stata ricordata su richiesta del consigliere comunale di Forza Italia Marco Galvagno.
All’apertura dei lavori Galvagno ha parlato di Berlusconi e ha voluto ricordarlo in questo modo: «È morto un uomo, con una famiglia e dei figli. Quindi mi è venuto in mente “Ei fu” (incipit del 5 Maggio di Alessandro Manzoni ndr). Alla fine, non perché io sia Manzoni o Berlusconi fosse Napoleone, il concetto è che anche Manzoni non parla del condottiero, ma dell’uomo e della pochezza che siamo davanti a Dio. Vorrei che ci stringessimo tutti di fronte alla pochezza della nostra vita; per quanto saremo grandi, tutti faremo la fine di Berlusconi e quel giorno, forse, è giusto che tutti ricordino quanto siamo piccoli di fronte all’universo».
Per questi motivi Galvagno ha chiesto all’aula di osservare un minuto di silenzio, in memoria dell’uomo Berlusconi, ma la richiesta non ha trovato una totale condivisione tra i banchi dell’opposizione. È così successo che non potendo replicare al minuto di silenzio, i consiglieri Gianfranco Miroglio (I Verdi) e Mario Malandrone (Ambiente Asti) hanno abbandonato l’aula dove invece sono rimasti tutti gli altri esponenti della minoranza, dal Pd alla lista civica “Prendiamoci Cura di Asti”. Sono rimasti volutamente fuori dall’aula anche i consiglieri di Uniti si può Mauro Bosia e Vittoria Briccarello.
«Nessuno discute l’ Istituzione, – ha poi spiegato Miroglio al termine dei lavori – ma stiamo parlando di un Presidente del Consiglio che ha deliberatamente sbeffeggiato istituzione e legalità. Non avrei potuto segnalare alcun particolare rispetto postumo per chi non ha mai espressso rispetto per noi e i nostri valori. Per la Costituzione e i Padri costituenti, non un minuto di silenzio. Mi auguro silenzio su Berlusconi, pietoso silenzio, per sempre, più pudore, un po’ di vergogna. Non sarà possibile. Lo so. In fondo, post mortem, Berlusconi ha confermato una sua mefitica coerenza: continua a dividere e spaccare la nazione. La pietas me la conservo dentro. Non la nego a nessuno. Ma non mi va di farmi coinvolgere da gesti che diventano, gioco forza, simbolici e celebrativi. Pietas è altro».
Così, invece, il Pd ha motivato la scelta di restare in aula durante il minuto di silenzio: «Restiamo per rispetto istituzionale, quello che non sempre Berlusconi ha dimostrato durante la sua lunga carriera politica. – ha osservato il consigliere Michele Miravalle – Questo nostro restare non toglie nulla al nostro giudizio politico severo. Berlusconi, nonostante il processo di beatificazione a reti unificate, rimane una figura divisiva, che ha messo in crisi la divisione di poteri che è prerogativa dello stato moderno, un uomo che ha spesso piegato l’interesse pubblici a quello privato, spregiudicato nelle sue relazioni politiche. Che ha anteposto l’estetica all’etica. Ha messo in crisi l’immagine dell’Italia nel mondo. In quegli anni, ai pregiudizi sull’Italia pizza e mandolino, – ha osservato Miravalle – si è aggiunto, drammaticamente, il bunga bunga. Con questa vergogna hanno per troppo tempo dovuto convivere i nostri connazionali all’estero. Nelle stesse ore in cui moriva Berlusconi si è spento Guido Bodrato, parlamentare e ministro piemontese. Una persona perbene, di grande rettitudine morale. Uno stile diametralmente opposto a quello di Berlusconi. C’è da augurarsi che i politici domani sappiano trovare in Guido Bodrato un esempio da seguire, di rispetto delle istituzioni e di etica pubblica».