Primo confronto pubblico tra l’amministrazione comunale di Asti, guidata dal sindaco Maurizio Rasero, e i cittadini sullo studio di fattibilità dell’Anas propedeutico alla scelta del tracciato definitivo del collegamento sud/ovest. Giovedì sera, al circolo Amici Miei di via Dalla Chiesa, il sindaco e buona parte della giunta, insieme al dirigente comunale dell’Urbanistica di Asti, hanno spiegato le cinque ipotesi di tracciato studiate dall’Anas per realizzare l’infrastruttura che punta a collegare corso Torino (zona Obi) a Rocca Schiavina, zona San Marzanotto con un innesto sull’Asti-Cuneo.
Con un costo indicativo di 200 milioni di euro, di cui solo 40 già destinati dalla Regione Piemonte, più o meno la metà di quanto costerebbe il primo lotto, riducendo la scelta a solo due possibili tracciati, di cui il giallo pare avere più possibilità di ricevere il via libera finale (se non si considera l’opzione zero, non fare l’opera, suggerita durante la riunione), la “mini tangenziale” ha acceso la discussione tra i presenti. Questi, però, erano meno di quanti ci si aspettava di vedere considerando la portata dell’opera e l’impatto che avrebbe sulle zone di transito.
«L’Anas ci chiede di valutare il tracciato che avrebbe il miglior rapporto tra costi e benefici – ha osservato Rasero – e se siamo qui è perché vogliamo sentire il vostro parere su possibili migliorie, opere compensative o eventuali modifiche». Rasero e il dirigente dell’Urbanistica hanno mostrato le mappe aeree con i disegni dei tracciati dando una serie di indicazioni di dove passerebbero tunnel e viadotti per collegare le due zone di Asti.
Gli intervenuti hanno fin da subito osservato quelle che considerano essere le criticità dell’opera in sé, indipendentemente dal tracciato giallo, rosso o arancione. Criticità che si possono riassumere nell’impatto che l’infrastruttura avrebbe sui vincoli idrogeologici dei terreni interessati, sui danni che causerebbe alle aziende agricole tagliando a metà, in almeno un caso, il terreno su cui poggia un’attività, sul traffico pesante che porterebbe tra corso Alba e Variglie con la realizzazione di una grande rotatoria di interconnessione alla viabilità ordinaria, sull’inquinamento da smog che aumenterebbe nella zona di transito, sui costi non ancora coperti da finanziamenti, ma soprattutto sul fatto che, secondo molti, la mini Tso, non risolverebbe le criticità del traffico urbano nei punti più “caldi”, piazza Torino, corso don Minzoni e corso Savona, dove invece occorre intervenire con apposite migliorie.
Presenti alla serata anche gli esponenti del Comitato “No Caso” che sono contrari alla realizzazione dell’opera soprattutto per via dei costi ambientali che comporterebbe. «C’è un impatto economico, ecologico e con una visione al problema del traffico basata su paradigmi degli anni ’90» ha detto l’agricoltore Cesare Quaglia che fa parte del sodalizio. A ciò si aggiungono altre criticità evidenziate dal consigliere comunale Mario Malandrone (Ambiente Asti) a proposito della presenza del Sic e degli stagni di Bellangero che comunque sarebbero interessati dall’opera e penalizzati da vari punti di vista.
Il sindaco Rasero, prima di chiudere la riunione, ha chiesto ai tecnici del Comune di pubblicare tutto il materiale, comprese le planimetrie aeree, sul sito dell’Ente affinché l’accesso alle informazioni sia più pratico per coloro che vorranno contribuire alla discussione. Una delle osservazioni, poi emerse dopo il confronto quando gli amministratori si erano già allontanati, riguarda la viabilità all’altezza della rotonda che si andrebbe a costruire, con uno dei tracciati più probabili, al confine tra corso Alba e Variglie. Infatti, da una più attenta lettura della mappa distribuita alla riunione, si nota che cambierebbe l’accesso a corso Alba per un nucleo di villette e per la vicina carrozzeria che verrebbero collegati alla strada principale con nuove vie, non ancora esistenti, alcuni ipotizzano addirittura private, di cui i cittadini chiederanno conto alla prossima riunione.
[foto Ago]